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Coldiretti. Agricoltura al collasso, la Regione dia risposte

40 milioni di euro per la siccità e commissario straordinario per il prezzo del latte

a cura della redazione
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L’agricoltura sarda è al collasso: la remunerazione dei prodotti è ai minimi storici: il latte è pagato ai pastori a 50 centesimi, meno della metà rispetto a due anni fa quanto toccò anche 1,40 euro; idem per il grano: dai 18 ai 20 euro al quintale meno di 41 anni fa (1976) quanto il cerealicoltore guadagnava 48 mila lire. Poi ci sono i problemi cronici. Come i premi comunitari che arrivano (quanto arrivano) in perenne ritardo e dopo lunghe odissee; idem per l’acqua: non si sa mai quanto e quanta se ne potrà avere e soprattutto quanto costa; la fauna selvatica che imperversa senza controllo; l’assenza di una seria e concreta politica creditizia. Per finire con le calamità naturali gelate, nevicate e ora la straordinaria siccità che ha già mandato in fumo il 40 per cento delle produzioni agricole.

Un elenco che non si ferma qui ma che dimostra le difficoltà di un comparto abbandonato a se stesso da una Regione sorda e indifferente ai continui gridi di dolore e proposte che gli sono state avanzate. Cosi come poco sensibile si è dimostrata anche davanti alla imponente manifestazione del primo febbraio scorso a Cagliari con 5 mila agricoltori, allevatori e pescatori.

Le risposte arrivate sia sui premi comunitari, sulla dichiarazione di stato di calamità, sulla destinazione di 12 dei 14 milioni stanziati nella legge di bilancio 2017 al settore ovicaprino (tutte proposte avanzate da mesi dalla Coldiretti) sono dei segnali che sono insufficienti oltre ad arrivare in ritardo per un comparto, quello agricolo, che  soffre in ogni settore ed ha bisogno di interventi straordinari per cercare di lenire una crisi che rischia di mandare a casa gli imprenditori agricoli, produttori del made in Sardinia e custodi del territorio.

Quello di oggi è un blitz che rischia, in assenza di risposte adeguate ed immediate di essere solo un assaggio di una lunga e caldissima estate.

Perché, pur consapevoli di arrecare disagio ai nostri corregionali (e di questo ce ne scusiamo), siamo persuasi che questa sia rimasta l’unica strada per farci sentire anche nel palazzo.

Non è un caso che ci si ricordi dell’agricoltura a ridosso delle manifestazioni, come per il de minimis per i pastori attraverso i 12 dei 14 milioni stanziati nella legge di stabilità ad aprile e rimasti fino ad oggi fermi nei cassetti della Regione.

SICCITA’. Le precipitazioni sono diventate un miraggio in Sardegna. I numeri descrivono bene in che condizioni vive la nostra isola.

Nel 2017 il meno accompagna tutti i mesi i dati sulle precipitazioni rispetto alla media. Si parte male da gennaio (– 11,2%) per andare sempre peggiorando (- 32% a febbraio) e diventare critica già da marzo con un – 72,9%, confermato ad aprile – 72,2% e diventare cronico a maggio con un – 94,9%. Dato negativo confermato anche nella prima decade di giugno – 38,8.

Scarse o meglio nulle precipitazioni che sono state accompagnate da temperature in media più alte di 3 gradi da febbraio a maggio nella primavera quella del 2017 che si classifica seconda più calda del pianeta a livello climatologico da quando sono iniziate le rilevazioni nel 1880 secondo la Nasa.

Ed è proprio la siccità che sta mandando in tilt un settore agricolo già in forte crisi, e per il quale Coldiretti ha già stimato una perdita del 40 per cento delle produzioni agricole.

“Va bene la richiesta dello stato di calamità naturale per tutta la Sardegna – sostiene il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu – ma la Regione ora deve garantire anche interventi straordinari per contrastare una calamità anomala. Per non soffocare definitivamente le imprese agricole è necessario lo stanziamento di 40 milioni di euro – è la proposta di Coldiretti per bocca del suo presidente – da destinare alle aziende attraverso il deminimis”. 

PREZZO DEL LATTE. Anche in questo caso le risposte arrivano fuori tempo massimo e per questo oggi appaiono ridicole rispetto alle gravi perdite che hanno subito i pastori che anche a giugno, ad annata ormai ai titoli di coda, si vedranno pagato il latte ancora a 50 centesimi al litro.

“Per affrontare la peggiore crisi degli ultimi 35 anni serve un commissario straordinario – propone il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba – che sappia risanare e porre le basi per una futura organizzazione del comparto in cui si possa stipulare un vero patto di filiera sulla scia di quello che abbiamo siglato con successo con il caseificio piemontese Biraghi. Un arbitro imparziale che riconosca il giusto valore a tutti gli attori della filiera oggi sbilanciata solo da una parte”. 

Ad oggi i dati del comparto lattiero caseario continuano a restare (ma solo in Sardegna) sensibili e si continua a lavorare nell’opacità.

"Mentre lo scorso anno lo sport preferito dei trasformatori era quello di sfiduciare il mercato con la litania delle sovrapproduzioni di latte – ricorda Battista Cualbu – quest’anno nessun rappresentante del mondo della trasformazione, nonostante la grave crisi ed il panico per i surplus di Pecorino romano, ha mai diffuso un dato o ha rilasciato una dichiarazione per rassicurare il mercato e dare fiducia ai compratori dicendo che la produzione della Dop più importante era molto inferiore e che le scorte delle produzioni dell’annata 2015 – 16 erano finite. Per questo – ribadisce il presidente – serve un commissario che ci dica quanto formaggio c’è in giacenza”.

Ma lista delle incompiute è lunga e penalizza tutto il settore agricolo.

“E’ finito il tempo delle mezze risposte – ribadisce Coldiretti Sardegna –, servono impegni e azioni concrete:

- sul capitolo premi comunitari la situazione è oramai cronica con pratiche ancora non liquidate risalenti a 10 anni fa. Per dare delle risposte a questi infiniti ritardi ribadiamo la richiesta di istituire una task force all’interno di Argea per smaltire tutto l’arretrato e portare in linea i pagamenti del PSR della Regione Sardegna.

- Cosi come riteniamo non rinviabile l’istituzione dell’organismo pagatore regionale.

- sul refresh sul quale Argea doveva comunicare ad Argea le particelle con anomalie dal marzo 2016 ma sul quale è calato il silenzio;

-              su un serio governo dell’acqua della quale gli agricoltori non conoscono mai quanta ne possono utilizzare e a quali costi;

-              sulla fauna selvatica ormai fuori controllo;

-              sul credito necessario per garantire sicurezza alle imprese;

-              sul grano travolto dalla concorrenza sleale di quello importato ed ora ulteriormente a rischio a causa del Ceta, l’accordo commerciale tra Unione Europea e Canada, che rischia di affossare definitivamente il comparto cerealicolo;

-              sul settore suinicolo travolto oltre che dall’ormai endemica peste suina ora anche dall’assenza di risposte all’emergenza degli scarti di lavorazione”.

“Se non arriveranno risposte, a breve saremo nuovamente in piazza con azioni clamorose” conclude Coldiretti Sardegna. 

 

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