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Botta e risposta: Franco Cappai risponde a Non bruciamoci il futuro

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Leggi la lettera del comitato Non Bruciamoci il Futuro

Leggo dell’estrema indignazione da parte del comitato al mio articolo relativo al fallimento del Centro Riciclo Vedelago, il tutto condito da false considerazioni e da tanti vuoti di memoria. Sia chiaro che il fallimento di un’azienda, a noi sindacati in modo particolare, non fa certo piacere specie se si considera l’aspetto umano e sociale, tuttavia noi (io in modo particolare che in quel contesto ci lavoro) l’avevamo paventato e prospettato ricevendo una valanga di insulti gratuiti e offensivi…ma questi, ormai da parte vostra, non sono una novità. Chi sosteneva e credeva nella raccolta differenziata (tipo Vedelago) ed è stato molto vicino a Carla Poli, non può ora venirci a dire che in questi anni non sia stato il loro cavallo di Troia, adducendo ora giustificazioni che lasciano il tempo che trovano. Se è vero che il fallimento di una società rappresenta la fine di un’esperienza imprenditoriale è pur vero che le scelte aziendali e le strategie adottate per portare avanti l’azienda sono determinanti nel sancire il suo decollo o la sua rovina. Scelte sbagliate o inadeguate sono il preludio del fallimento e, spesso, succede che lo stesso sia preannunciato. Chiamare in causa la Parmalat è alquanto inopportuno e inappropriato, il paragone non tiene e se proprio se ne deve parlare lor signori volutamente omettono di dire che proprio nelle vicinanze della Parmalat insiste un impianto di termovalorizzazione … e allora? È ancora gustoso lo yogurt? Credo, senza paura di smentite, che chi possiede una grande confusione sul tema siete proprio voi, pseudoambientalisti della domenica. In questo caso la vostra presunta intellighenzia vi ha proprio abbandonato, visto che siete soliti sempre dare dei cretini agli altri, il boomerang vi è venuto a sbattere in testa. Purtroppo non ho avuto modo di studiare il latino, cosa che a quanto pare, a voi è stata generosamente concessa, sarà perché il sottoscritto in quegli anni da ragazzo stava già lavorando in fonderia in Germania, mentre voi apprendevate (beati a scuola) i primi rudimenti dell’intellighenzia della quale oggi non se ne intravedono minimamente le tracce! Nella vostra non ben celata mala fede, avete davvero travisato e volutamente confuso il mio reale intendimento, ossia la salvaguardia del lavoro e quella contemporanea dell’ambiente nel quale operiamo e dove voi molto probabilmente non avreste mai voluto lavorare neanche per un minuto ( vi competono altri orizzonti !!!). Giacchè non avete la minima idea del tipo di attività che noi tutti i giorni regolarmente svolgiamo, in Sardo (e non in latino) si dice: “ in palas anzenasa corrias largasa”, e in questo caso non credo ci sia bisogno di ulteriori commenti e/o traduzioni. Altro che ricostruzione fantasiosa dei fatti, se vi avessero dato retta (e menomale così non è stato), saremo qui oggi a parlare di altri lavoratori mandati a casa ad aumentare le già stracolme liste delle persone disoccupate... ecco a questo punto ci saremmo dovuti rivolgere a voi per camparci le famiglie? Molto probabilmente ci avreste fatto spallucce facendo finta di non sentirci, tanto voi di lavorare non ne avete il minimo bisogno, voi si….. vivete in una condizione agiata di persone che da una vita non hanno mai avuto problemi lavorativi, condizione che rispecchia fedelmente una società borghese, menefreghista ed egoista, che trova anche il tempo (cos’altro avreste da fare) di rompere le scatole ai pochi lavoratori rimasti nel nostro territorio. Quanto alle vostre illazioni relative alla collusione con altri interessi non di natura lavorativa, vorrei solo dirvi che la mia posizione non è sicuramente invidiabile visto che sono un semplice operaio che difende il suo lavoro e cerca di svolgerlo nel migliore dei modi, ma a differenza vostra, non è solito offendere nessuno né tantomeno entrare nel merito di ben altre posizioni privilegiate e a voi più usuali. Ma tant’è, tutti quelli che non la pensano come voi sono soggetti al vostro pubblico e meschino ludibrio. Il vostro consiglio sull’opportunità che stessi zitto sull’argomento, lo scarto a priori, da quale pulpito…., non rientra nel mio modo di vivere e di operare, ho sempre detto quello che penso in maniera democratica e rispettosa (concetti a voi sconosciuti) e certamente non sarete voi a mettermi il bavaglio a sessant’anni. La contestazione che fate regolarmente alla posizione del sindacato che orgogliosamente rappresento, è frutto di una strumentalizzazione mirata alla delegittimazione di una forza sociale importante, uno dei motivi per cui cercherò con tutte le mie forze di difendere e combattere. Penso che le vostre grossolanità e le vostre sconclusionate riflessioni siano invece il frutto di una forte depressione che vi ha assalito, la cui causa è da ricercare nel fallimento delle vostre progettualità. Nasce da quì il forte dubbio sui veri fini dei vostri non ben specificati intenti!

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