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OLLOLAI. Dopo il furto nella casa parrocchiale, lo sdegno della comunità e le parole di don Filippo

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Traspare tutta la carità e la misericordia cristiana nelle parole di don Filippo, che abbiamo raggiunto telefonicamente qualche ora dopo aver denunciato pubblicamente il furto (per la seconda volta) in casa sua e nell’ufficio parrocchiale.

“A questi qui, gli auguro di passare una buona Pasqua, migliore di qualsiasi altra”.

Sono parole che spiazzano, per chi dall’altra parte del telefono si aspettava un minimo di condanna e di sdegno. E invece don Filippo, dall’alto della sua grande umanità ed esperienza, si rammarica solo della sfrontatezza dei malfattori, che a quanto pare sono passati dalla Chiesa, per introdursi poi dentro casa.

“Il coraggio di aver violato la casa del Signore, - continua amareggiato  - questo mi sorprende e mi rattrista ancora di più. Non è tanto il fatto che si siano impossessati delle mie cose, quanto il coraggio di introdursi in Chiesa con l’intenzione di compiere un furto”.

Don Filippo Fancello, dorgalese, si trova a Ollolai ormai da 17 anni. Ultimamente, lo abbiamo sentito spesso denunciare dall’altare episodi di furti nelle case, fatti che stanno lentamente minando la serenità di un paese che non aveva mai conosciuto porte o cortili sbarrati.

Un susseguirsi di avvenimenti, sfociati nell’autunno passato, nel grave attacco a Gonario Maccioni, anziano che è stato picchiato in casa da tre persone travisate, che gli hanno messo sottosopra la casa.

Monta lo sdegno intanto, per l’ennesimo sfregio alla pubblica tranquillità. Sono numerosi i commenti sui social network dei tanti ollolaesi, sia residenti, che emigrati: l’invito e l’augurio da parte di tutti, è che di questi fatti non si senta più parlare.

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