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Gli Iolaesi, il popolo indigeno della Sardegna costruttore dei Nuraghi, per non assoggettarsi ai Cartaginesi ed ai Romani (533), preferì ritirarsi sui monti del centro dell’Isola: lo stesso popolo a cui i Romani dettero il nome di Iliensi. E questo perché tanto i Greci quanto i Romani, ammirando i maestosi monumenti dell’età dei Nuraghi (il più bel periodo della storia della Sardegna), non disdegnavano di collegarne gli artefici alla loro stirpe, avanzando pretese parentele etniche. La multiforme produzione metallica di quel periodo – scrive il Pais – dimostra che il popolo degli Iolaenses-Ilienses, che occupava in origine le più fertili regioni dell’Isola, aveva istituzioni sociali, possedeva notevole civiltà, sia pure di tipo arcaico, e non era del tutto barbaro. Gli indigeni recalcitranti al dominio romano, sempre più respinti nelle regioni inaccessibili del Nuorese e dell’Ogliastra, separati dal contatto civile di altri stirpi, si inselvatichirono. Le genti civile già dette Iolaee e poi Iliensi discesero nella considerazione dei vincitori alla condizione di selvaggi, di “Barbari”.

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