CAGLIARI. In occasione del XII Festival Cortinametraggio, è stato consegnato il premio «Bayer - Coltura & Cultura» alla Karel Film di Cagliari per la realizzazione dell'audiovisivo Lost in Sardinia (www.lostinsardinia.tv).
Il premio speciale della Bayer – riservato al miglior cortometraggio in ambito nazionale dedicato al tema dell'agricoltura – è stato ritirato mercoledì scorso da Davide Melis, il regista che ha diretto il progetto di marketing territoriale Lost in Sardinia, comprendente anche una web serie di 25 puntate.
«Lost in Sardinia – ha detto il regista Davide Melis dopo la premiazione di Cortina d'Ampezzo – è stato apprezzato per la comunicazione in maniera molto diretta, con un approccio poco convenzionale per l'argomento trattato: i valori del mondo rurale attraverso un contrasto.
Il contrasto, naturalmente, è personificato da Tamara Iaia ("Sybille") e il suo viaggio di scoperta. Al Festival Cortinametraggio, in particolare, è stata apprezzata la scelta di impiegare un'attrice non professionista, perché hanno ritenuto comunicasse più sincerità e verità al messaggio: il percorso di scoperta e accettazione di un mondo ritenuto (a torto) distante e incompatibile con il suo.
Per quanto mi riguarda – ha concluso Davide Melis – sono molto soddisfatto del fatto che, al di là dell'aspetto "cinematografico", di Lost in Sardinia venga apprezzata l'efficacia nella comunicazione. Comunicare il mondo rurale era lo scopo principale della serie web. Di conseguenza, i riconoscimenti che premiano l'aspetto relativo alla comunicazione sono i più graditi».
Le aziende agro alimentari selezionate dalla Karel Film per il progetto Lost in Sardinia rappresentano diverse zone della Sardegna, ognuna con le sue distinte peculiarità e vocazioni agricole territoriali: dagli altipiani dell'Anglona alle pianure del Campidano, dalle montagne delle Barbagie alle catene montuose del Marghine, fino alle colline della Baronia, della Planargia e del Sulcis.
Con le originali scenografie della scrittrice napoletana Antonia Iaccarino, Lost in Sardinia ha documentato così una serie molto interessante di avventure imprenditoriali, intervallate dai colori, silenzi e rumori dei suggestivi paesaggi rurali, senza mai scivolare in banali rievocazioni folcloristiche.
E se il personaggio principale di Lost in Sardinia è indubbiamente la giovane e ribelle punk universitaria Sibylle, i veri attori-protagonisti della fiction sono dei dinamici allevatori e alcuni contadini che stanno cambiando l'agribusiness con prodotti innovativi di eccellenza, valorizzando il territorio e le più autentiche tradizioni agricole locali.
Partendo dall'Università degli Studi di Cagliari, il lungo viaggio di Sybille nel mondo rurale isolano era iniziato nelle campagne del Campidano, con le visite nelle aziende ortoviticole dei fratelli Lodovico e Fulvio Etzi di Serramanna; nell'azienda agricola di Marco e Ignazio Manca di Asssemini; all'associazione di promozione sociale e culturale Terre Colte di San Sperate con gli orti associati Pachamana di Giorgio Massidda di Assemini – Orti Bio Zolla di Silvio Melis di Decimomannu e Massimo Planta della Fattoria Giulia di San Sperate. Poi l'intervista a Giuseppe Carrus del locale polifunzionale Cucina-eat della città Cagliari e, nel Sulcis, con Francesco Ibba della Cantina Sardus Pater di Sant'Antioco.
Nel territorio dell'oristanese, Sybille aveva raccolto le interviste nel caseificio Funtanazza di Sandro e Mauro Lampis di Arbus e nelle distillerie Lussurgesi di Carlo Pische di Santu Lussurgiu.
A Sassari e provincia, il cast di Lost in Sardinia aveva girato alcune puntate della fiction nell'azienda agricola Areste di Daniela Scarpellino di Tula; nell'apicoltura Teodora e Tenute Rossini di Massimo Rossini e Teodora Sini di Laerru; con Francesco Cossu dell'azienda agricola Petra Manna di Telti, proseguendo con Annamaria Delitala, Wine Resort azienda agricola di Antonella Ledà d'Ittiri di Alghero-Fertilia e con Andrea Sannitu dell'azienda Atlantis Terre di Sardegna di Berchidda.
Ancor più numerose le aziende della storica provincia di Nuoro che hanno fatto parte della serie web di Lost in Sardinia, a iniziare da Tonino Arcadu della Cantina Gostolai di Oliena, per continuare con Giovanni Maria "Billia" Useli Bacchitta dell'azienda Agripaules di Dorgali; Alberto Casula dell'azienda Arbisos di Desulo; Giovanni Agostino Curreli dell'azienda zootecnica e caseificio artigianale Erkìles di Olzai e Vanna Mazzon della Cantina di malvasia Giovanni Battista Columbu di Bosa. A seguire, l'azienda Stefano Lai di Escalaplano; Giovanni Maria e Giacomo Nieddu dell'azienda agricola Ozzastrera di Bolotana e, infine, Michele Velari dell'azienda Sos Astores di Fonni.
Grazie al progetto multimediale Lost in Sardinia, queste preziose testimonianze di buone pratiche agricole stanno spopolando nel pianeta attraverso il web. Un ulteriore stimolo per i giovani che intendono coltivare la terra e ripopolare le campagne abbandonate attraverso nuove iniziative imprenditoriali, sfruttando tutte le opportunità messe a disposizione dall'Assessorato regionale dell'agricoltura con i nuovi bandi del Piano di sviluppo rurale.