Quest’anno Ollolai dedica Sa Die de sa Sardigna a uno dei suoi figli più illustri: Michele Columbu, scomparso il 10 luglio scorso. Il convegno, organizzato dall’Associazione culturale “Divergenze” si terrà nella capitale barbaricina il 1° giugno prossimo e sarà introdotto da due relazioni, rigorosamente in lingua sarda. Il professor Tonino Bussu parlerà di Columbu “sindigu, parlamentare e sardista” mentre il sottoscritto si intratterrà sul suo ruolo di scrittore “in s'istoria de sa literadura sarda”. In modo particolare parlerò del suo capolavoro, “Senza un perché”, romanzo di viaggio – sostiene lo scrittore Natalino Piras – “che appartiene per questo a uno dei più classici filoni della narrativa: Gulliver, Robinson Crusoe, Tristram Shandy ma anche Ulysses, La Commedia, Il Morgante ma anche e soprattutto Don Chisciotte, in cui Columbu si rivela abile narratore, anzi affabulator maximus”. Da esso – come dagli altri suoi scritti sia in Italiano che in Sardo – emerge la sua saggezza, il suo moderato ottimismo, mai vacuo però e anzi temperato da un alone di scetticismo e di dubbio; l’occhio sorridente e arguto, mai cattivo né arcigno, che spesso si fa ustorio ma che preferisce sempre l’ironia all’indignazione e all’invettiva; lo sberleffo satirico all’aggressione verbale; la canzonatura e il motteggio – quasi sottovoce – allo sbraitare e alzare la voce con berci e urla. Egli è evidentemente convinto che la messa in ridicolo frusti e tagli più netto e con più energia del “serioso”o dello sparare a mitraglia. In una favola impastata di inganni e sortilegi,misteri e sogni. In cui si alternano, di volta in volta, la malinconia, l’amarezza e la nostalgia, la speranza e la dolcezza. Ma in cui a prevalere è la saggezza e un altissimo senso della moralità, ben riassunti ed esemplificati da questi due aforismi: ”Tristi e senza speranza vivono gli oppressi che hanno dimenticato persino la leggenda della propria libertà” e “Un uomo, in qualunque luogo passi, ha il dovere di lasciare un segno di solidarietà e di amicizia”. E insieme emerge uno scrittore raffinato e colto, con un linguaggio carico di deflagrazioni umoristiche e dalle grandi capacità allusive, impregnato di immagini ardite, di metafore, di parabole, di simboli e di proverbi, di dicios insomma: soprattutto mutuati dalla cultura e dalla tradizione sarda che ben conosce e che ha vissuto intensamente, rinnovandola.
Il convegno si terrà sabato 1 giugno alle 17 nel saloncino parrocchiale.