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14° Corso di Archeologia

Tra la medicina preistorica dei crani trapanati e gli studi biomedici sulle mummie di Castelsardo dell Health Network University

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Succede, quando la scienza aggrappa le suggestioni e la fantasia, che l’attenzione è forte e partecipata. Come nel novembre nuorese di Archeologia, con il 14° corso organizzato dall’Associazione ArcheoArci, sotto la regia del suo direttivo e della presidente Tina Santoni. Pare  appunto che il filo conduttore delle serate, nella sala  della biblioteca Satta, dal 12 di questo mese, all’8 dicembre, sia l’incrocio tra scienza e mistero, nella riproposizione, attraverso i risultati di studi più recenti, di aspetti molto particolari della vita dei proto sardi. Qui si inquadra ad esempio la comunicazione della dott.ssa Emerenziana Usai, sulle scoperte dentro la tomba di Scaba ‘e Sarriu di Siddi: trapanazione del cranio nel neolitico. Studi sui resti umani, testimoni i reperti al museo Sanna di Sassari, richiamano la pratica della trapanazione su persone vive, con qualche caso di cranio che ha subìto in vita quattro interventi, con la sopravvivenza dopo i primi tre. Operazioni di alta chirurgia, svolte con particolare perizia; tuttora risulta difficile risalire alle motivazioni di questi straordinari e misteriosi interventi. Rituali magico-religiosi di medici stregoni che affrontavano, così, patologie come l’epilessia? Certamente c’erano notevoli conoscenze anatomiche e la “fine chirurgia” andò avanti sino alle soglie dell’800 a.C.. Tante domande e tanto interesse, per questo nuovo filone dell’archeologia sarda. Così come pongono tanti interrogativi irrisolti le due Mummie , Bob e Mary così battezzate dagli archeologi, che hanno resistito al tempo, in una cripta della chiesa di Sant’Antonio Abate di Castelsardo. Ne parlerà Franco Campus archeologo dell’università di Sassari, insieme a Nikki Kelvin della Health Network University di Toronto. “La decomposizione dei corpi è inesistente, dice Campus direttore del cantiere, e lo stato di conservazione eccezionale”. Inizio ‘700, ultimi bagliori delle pestilenze, i corpi sono stati gettati nella cripta, praticamente abbracciati. Ecco perché in contemporanea agli studi storico archeologici, vanno avanti, nella prestigiosa università canadese, le ricerche epidemiologiche dell HNU di Toronto. Balzo internazionale che scuote in positivo la cultura sarda. Ma le lezioni del novembre nuorese entreranno nel vivo delle tecniche di ricerca più innovative e delle scoperte in progress dell’attualità dell’archeologia dell’intera Isola. A partire dai tesori di casa; da Tanca Manna, dentro la città, con i nuovi scavi presentati da Denis Murgia, impegnato insieme a studenti e archeologi dell’università di Bologna, a ridisegnare nuove aree di indagine e a ricomporre, attraverso  nuovi materiali e strumenti di ricerca con tecnologie fortemente innovative, la vita del villaggio e di quella comunità che i nuoresi riconoscono come proprie autentiche radici. In un ideale percorso sulla dorsale archeologica sarda, i partecipanti al 14° corso entreranno in contatto con le straordinarie testimonianze documentali lasciate dai monaci Benedettini-Camaldolesi nell’area del regno di Arborea, nei territori dell’abbazia di santa Maria di Bonarcado e del loro ruolo nell’orizzonte dello  sviluppo della Sardegna. Ne parlerà e guiderà la visita all’Abbazia, Giuseppe Maisola, ricercatore Uniss. Luca Sanna parlerà dei Castelli e in particolare del castello di Burgos, vivisezionato attraverso l’utilizzo delle più moderne tecnologie e persino sorvolato da un drone che realizzerà immagini e filmati ad alta risoluzione. Pezzo forte i nuovi studi di Giuseppina Manca di Mores sul Sardus Pater nel tempio di Antas. “ Un luogo attraverso cui, da millenni, passa l’identità e la storia del popolo sardo”.  Raimondo Zucca e Pier Giorgio Spanu guideranno i corsisti ad assaporare nuove storie  tra le gradinate dell’anfiteatro romano di Forum Traiani.
La Nuoro culturale, le cooperative e società di tutela dei beni e dei siti del territorio del nuorese, sanno che l’appuntamento delle lezioni dell’Archeoarci rappresenta una certezza di assoluto rilievo scientifico, che si cala, comunque, con la leggerezza e lo stimolo alla curiosità che solo gli studiosi e gli accademici sanno suscitare. Come ogni anno è prevista una massiccia partecipazione.

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