"Siamo qui perché è uno scandalo che il prezzo del grano sia sceso di colpo in meno di un anno del trenta per cento. Vogliamo l'etichettatura trasparente perché dobbiamo conoscere quale grano si utilizza per fare la pasta sarda e italiana".
Lo dicono da Roma il presidente e il direttore di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu e Luca Saba sbarcati nella Capitale insieme ad un centinaio di cerealicoltori sardi per rivendicare un giusto prezzo del grano, insieme ai colleghi provenienti da tutta la Penisola.
Dalle 9, migliaia di agricoltori si sono dati appuntamento davanti al ministero per le Politiche agricole, dove è stato convocato dal Ministro Maurizio Martina il tavolo nazionale della filiera, dai campi all'industria fino alla distribuzione commerciale.
Dal dossier presentato da Coldiretti risulta che complessivamente le importazioni di grano duro e tenero in Italia sono aumentate del 14% nel primo trimestre del 2016 rispetto all'anno precedente.
Ma la dipendenza dall'estero determinata dall'insufficiente remunerazione della produzione nazionale potrebbe ulteriormente aggravarsi.
"Con questi prezzi gli agricoltori si rifiutano di seminare – sostiene Battista Cualbu – perché non si riesce a pagare neppure il costo di produzione".
"Il giorno prima delle mietitura il prezzo del grano è crollato di oltre il 30 per cento – precisa il cerealicoltore di Sanluri Paolo Floris -, passando da 30 a 20 euro al quitale. Non possiamo e non vogliamo stare zitti, ma intendiamo ribellarci a questo sistema in cui si penalizzano le produzioni di qualità a favore di un prodotto importato non certificato".
Dal dossier si evince che il grano straniero è alla base di più di un pacco di pasta su tre, e più della metà del pane in vendita in Italia.
"Purtroppo questo i consumatori non lo possono sapere – sottolinea Luca Saba - perché non è ancora obbligatorio indicare la provenienza in etichetta. Per questo fra meno di dieci giorni – annuncia il direttore - saremo in piazza anche in Sardegna per sottoscrivere un accordo per la pasta e la pizza tutta sarda".
"Dobbiamo invertire questa rotta – secondo Battista Cualbu -. Abbiamo del pane apprezzato in tutto il mondo che oggi viene prodotto per la maggior parte con grano straniero. Per questo stiamo lavorando per creare sinergie e procedere uniti in difesa delle nostre produzioni e del nostro patrimonio agroalimentare".