Partecipa a labarbagia.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

Coldiretti. “Sul prezzo del latte si stanno prendendo in giro i pastori”

a cura della redazione
Condividi su:

Sul prezzo del latte si stanno prendendo in giro i pastori. Le scorte di Pecorino romano prodotto nell’annata 2015-16 pare siano vendute, la produzione di latte crollata a causa della nevicata straordinaria di gennaio prima e per la siccità e la calura adesso. Ma tutto tace, nessuno dice nulla. Non un parola che avrebbe rassicurato e dato fiducia al mercato, aiutando a rialzare il prezzo del formaggio, e soprattutto nessun aumento del prezzo del latte inchiodato a 50 e in qualche caso 60 centesimi al litro. 

“Eppure lo scorso anno – ricorda il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu - c’è stata la corsa ad annunciare urbi et orbi la sovrapproduzione (falsa) di latte (i dati ufficiali di fine annata hanno smentito questa bufala). I trasformatori non perdevano occasione, a mezzo stampa, in incontri pubblici oppure con lettere, prevedendo il possibile “collasso del sistema produttivo lattiero caseario ovino”. 

“Dichiarazioni che sicuramente hanno influito in modo negativo – precisa - perché hanno portato il panico nel mercato: le cooperative e i caseifici più deboli dal punto di vista finanziario hanno cominciato ad abbassare il prezzo del Pecorino pur di non rischiare di tenerselo in magazzino, mentre i compratori hanno giustamente approfittato di questo atteggiamento masochista (?) dei trasformatori”.

Come se non bastasse quest’anno a condizioni inverse, anziché pubblicare e diffondere i dati rassicurando e dando fiducia al mercato e di conseguenza aiutando la ripresa delle vendite e soprattutto del prezzo, assistiamo ad un silenzio assordante. “Non abbiamo sentito una sola parola sulle minori produzioni di Pecorino romano, sulla vendita delle scorte dell’annata precedente, e sulle inferiori produzioni di latte a causa delle calamità naturali – evidenzia il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba -. E’ davvero un atteggiamento masochista o a qualcuno conviene galleggiare nella crisi, nel panico e nell’incertezza?”.

E la Regione dov’è? E’ in possesso dei dati sulle produzioni e giacenze di latte e Pecorino romano?

“Se la risposta è positiva ci chiediamo perché non li ha resi pubblici ed ha preteso che lo facessero i trasformatori? Se non li ha cosa aspetta a farseli consegnare? Perché non ha condizionato tutti gli aiuti messi in atto solo per i trasformatori alla pubblicazione dei dati e alle eque ricadute per i pastori, come abbiamo chiesto sempre noi?”. 

“A giugno, a stagione oramai ai titoli di coda e con una siccità devastante che sta mettendo in pericolo la stessa sopravvivenza del bestiame, non solo il latte è ancora pagato a 50 centesimi – ricorda Coldiretti Sardegna – ma si continua a prendere in giro i pastori nascondendo i dati e dunque la verità sul vero andamento delle produzioni e dunque del mercato. Una Regione che ha a cuore il destino delle sue aziende dovrebbe fare la voce grossa e pretendere, pena la chiusura di qualsiasi aiuto pubblico, la pubblicazione di tutti i dati sul comparto. In assenza di immediate risposte i pastori, insieme ai colleghi agricoltori, scenderanno nuovamente in piazza con iniziative clamorose”.

SITUAZIONE ATTUALE.

-              Dai dati, di cui siamo venuti in possesso, da novembre ad aprile la produzione di Pecorino romano è diminuita di circa il 24%.

-              Non abbiamo dati sulla produzione di Pecorino romano nei mesi successivi ma sicuramente a causa della grave siccità con pascoli radi da tempo, almeno nell’ultimo mese sono crollate le produzioni di latte e di conseguenza del Pecorino.

-              Il Pecorino romano dell’annata 2015-16 è stato pressoché venduto, dunque non ci sono giacenze in magazzino o comunque non tali da saturare il mercato viste anche le meno produzioni di quest’anno.

-              Per la prossima annata si prevede un ulteriore crollo nella produzione di latte e di Pecorino. A causa della grave crisi di quest’anno, con il latte pagato a 50 centesimi, i pastori sono stati costretti a tagliare le spese sull’acquisto del mangime. Inoltre con l’attuale siccità non ci sono pascoli e neppure foraggio che mancherà anche durante tutta l’estate e l’autunno. Le pecore per la prossima annata sono meno preparate, dunque i parti potrebbero essere ridotti ed in ritardo e ci potrebbe essere meno produzione di latte. 

RICHIESTE COLDIRETTI.

-              La pubblicazione dei dati. E’ intollerabile lasciare i pastori all’oscuro dell’andamento delle produzioni e far solo ricadere su di loro i costi della crisi. Non può essere solo una limitata parte della filiera detentore esclusivo dei dati e dell’andamento del mercato. La Regione in questo ha un ruolo fondamentale e non può continuare a stare indifferente.

-              Lo stanziamento immediato di 40 milioni di euro da destinare a chi ha pagato la crisi con gravi perdite.

Condividi su:

Seguici su Facebook