Sarà sardo un agnello su due che finirà sulle tavole degli italiani per Pasqua. Lo rivela il Consorzio dell'agnello di Sardegna Igp (Contas) che esprime soddisfazione per le quotazioni record raggiunte ad aprile.
Per Pasqua nelle prime due settimane di aprile sono stati macellati 65mila agnelli marchiati Igp. Il 78% di quelli sardi. Prodotto made in Sardinia che fa la parte da leone anche a livello nazionale contando il 50% dei circa 200mila macellati in questo mese in tutta la Penisola.
Ma l'exploit si registra nel prezzo. Mai l'agnello aveva raggiunto queste quotazioni. In media l'agnello di Sardegna Igp è stato pagato al pastore 70 euro a capo mentre nei banchi della Grande distribuzione si sono registrati prezzi intorno ai 90 euro ad agnello intero.
La filiera dell'agnello di Sardegna Igp registra per Pasqua un fatturato totale di circa 6,5 milioni di euro, 5,7 milioni dei quali andranno ai 2.600 allevamenti che hanno macellato agnelli in questo mese.
"La pandemia e adesso anche tensioni internazionali dovute alla guerra – sottolinea il presidente del Contas Battista Cualbu – hanno avvicinato ancora di più il consumatore ai prodotti del territorio. Chi acquista lo fa con maggiore consapevolezza e controlla l'origine di ciò che porta a tavola. Questo ha fatto accrescere la domanda di prodotto sardo, ed in particolare dell'agnello che è il simbolo del menù pasquale a fronte di una offerta limitata vista la stagione avanzata dei parti delle pecore".
"Al maggior prezzo corrisponde anche eccellente qualità del prodotto – dice il direttore del Contas Alessandro Mazzette – in quanto le piogge cadute in Sardegna nelle ultime settimane hanno favorito lo sviluppo delle essenze foraggere tipiche della primavera che hanno trasmesso alle carni dei nostri agnelli il sapore caratteristico e la qualità unica ricercata dai consumatori".