I pastori sono le persone pù romantiche del mondo. Di primo acchito questo potrebbe sembrare un ossimoro, ma lo è solo per chi legge assuefato al romanticismo odierno, figlio di quella parte del mondo esibizionista che ha perso il senso della realtà e dei veri valori.
Per capire il legame che esiste tra il pastore e i propri animali, in questi giorni messo in dubbio da una proposta di legge dell'ex ministro Michela Vittoria Brambilla, pubblichiamo la lettera scritta qualche tempo fa da Efisio Arbau, in riferimento alla morte del pastore Stefano Puddu, che sacrifico' la propria vita per salvare quella di una sua pecora. La Redazione
La vita di una pecora vale come quella di un uomo? Io credo di sì. Ma è un’ opinione da pastore nell’animo, credo per sempre. Questo nonostante le “distrazioni” di una vita da avvocato e da dopolavorista della politica.
Il ricordo peggiore della mia vita è datato venti anni fa. Piana di Ottana: una macchina guidata da un fesso, distratto da chissà quale inutile pensiero, travolge un gregge di pecore di circa duecento capi che attraversava la strada su un rettilineo. Le pecore erano guidate dal loro pastore, che pure si era preoccupato di posizionare delle luci di emergenza. Arriviamo con mio padre neanche dieci minuti dopo l’incidente. Sono reduce da una nottata ruggente nella sala da ballo paesana (ho diciotto anni, guida mio padre e sono rientrato a casa, a Ollolai, neanche cinque minuti prima di partire verso l’ovile a Macomer). Addormentato sul sedile sdraiato, mi sveglio per il casino. Lo sguardo mi rimane fisso sulle carcasse di almeno dieci pecore disseminate sull’asfalto, la disperazione dell’anziano pastore che piange come un bambino ed alla smorfia di sofferenza di mio padre ferito nell’animo sebbene non conosca il suo sfortunato collega.
Una brutta fotografia che non riuscirò a cancellare mai. Quindi, per tornare alla domanda iniziale: la vita di una pecora vale come quella di un uomo? Sì, sebbene non sia un animalista, abbia conseguito la laurea e che gran parte delle cose che ho nella mia vita le abbia grazie ad un sistema di allevamento ovino che prevede la macellazione di agnelli e pecore e che io stesso abbia concorso a macellare centinaia di animali.
Per questo, quando ho saputo che un pastore campidanese (Stefano Puddu, pastore quarantenne di Selegas) era morto nel tentativo di salvare una propria pecora dalle acque di un canale maledetto, ho subito pensato ad un eroe, come quelli che si buttano nel fuoco per salvare delle vite umane. E’ una morte inutile? No, ha fatto il suo dovere, ha provato a salvare il suo gregge e l’avrei fatto anch’io.