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Il messaggio natalizio di Don Puggioni alla sua Fonni: scommettere sul Natale nonostante i tempi difficili

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Gli zampognari suoneranno le tristi nenie della crisi che vanifica le tredicesime e fa lacrimare i portafogli delle famiglie. I pastori porteranno a Gesù le amare lamentele per il latte che non frutta e il bestiame assottigliato dalle malattie. Le deboli luci delle casette e quella stessa della Capanna ricorderanno le inesorabili bollette. Il mormorio di qualche fontanella e la stessa stagnola argentata per mimetizzare i fiumi racconteranno l’irrompere dei pirati di Abbanoa. Giuseppe e Maria raccoglieranno dai genitori lo smarrimento nel vedere i figli, rapinati del futuro e della dignità della possibilità del lavoro. Sulla scena dei nostri presepi arriveranno gli echi delle guerre e delle esplosioni di follia di tanti paesi e del lavarsi le mani dei moderni Pilati. Eppure possiamo anzi dobbiamo scommettere anche su questo Natale. I pastori hanno scommesso tutto sull’annunzio degli angeli correndo il rischio di non trovare il bestiame al ritorno dell’alba. Gli abitanti di Gerusalemme sono rimasti bloccati in casa, incapaci di lasciarsi sorprendere dal Dio della Bibbia a loro tanto familiare. Fonni affronterà la scommessa di questo ospite scomodo e difficile amico che è il Cristo del Natale? C’è il rischio di rinunziare alla scommessa o fermarsi alle mezze scommesse di una messa, di una tradizione religiosa. Natale è l’arrivo della Luce dentro la notte, dell’Amore dentro l’egoismo, della Speranza dentro la solitudine, della Verità dentro lo smarrimento. Come ogni pastore ha chiamato i vicini, così mi auguro che Fonni abbia la gioia del passaparola per trovarci tutti davanti al Cristo del Natale che scalda la vita e il cuore.

(tratto da Monte Spada n. 68 dicembre 2014)

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