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L'unità dei pastori spaventa gli industriali.

Il tentativo di boicottare le aste degli agnelli per il momento sembra fallito.

Redazione
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L’articolo pubblicato ieri da labarbagia.net ha acceso il fuoco della polemica. Dopo pochi minuti dalla pubblicazione l’articolo stava già facendo il giro della Sardegna, con commenti pesanti da parte di tanti capigruppo (sono i pastori che coordinano la vendita degli agnelli nelle aste) che segnalavano il cartello degli industriali della macellazione. Il successo delle aste dell’anno scorso a qualcuno non sono piaciute. Perché in questo modo chi si fa concorrenza sono i macellatori mentre i pastori sono uniti nel vendere. Come funzionano. I pastori fanno un'unica offerta con il loro coordinatore, cioè il capogruppo, inviandola via mail ai macellatori. E questi cercano di aggiudicarseli con una vera e propria asta. Insomma, la normalità.  “Questo non lo concepiscono – sbotta Fortunato Ladu del movimento pastori – loro vogliono distruggere le aste, i gruppi dei pastori, ma questo – assicura - non accadrà. Il mercato è libero, e il cartello non è contemplato dalla legge”. Sulla stessa linea Tonino Faedda di Bonorva. “Le aste danno fastidio perché, come dicono gli industriali stessi, fanno crescere il prezzo”. E rivela: “Si sono riuniti per ben due volte per decidere una propria strategia. La settimana scorsa si sono visti a Buddusò, mentre domenica erano a Tramatza”. Chissà perché, ma casualmente, da allora alle offerte dei pastori non ha risposto più nessuno, tutte le aste sono andate deserte. “Abbiamo saputo dell’incontro di Tramatza e ci siamo presentati lì – prosegue Faedda – eravamo 11 capogruppo del nord Sardegna. Volevamo offrire i nostri 500 agnelli, ma non ci hanno ricevuto”. Questo blocco “ha fermato i piccoli macellai che in questi giorni non stavano lavorando. L’intenzione dei grandi industriali, che hanno in mano il mercato – continua Faedda – è quello di porre fine alle aste e ai gruppi dei pastori, vogliono essere loro a dettare il mercato”. Oggi, dopo il rumore di ieri sera, qualcuno ha risposto alle aste. “Si oggi diversi gruppi qua al nord Sardegna hanno venduto a 4,30 e anche a 4,34, ma ho saputo che nel cagliaritano sono arrivati a 4,90”. Notizia confermata da Fortunato Ladu “La cooperativa Armentizia ha venduto gli agnelli a 4,90. Le dichiarazioni di ieri hanno dato fastidio” assicura Fortunato Ladu. Ma intanto i gruppi del sassarese, stanchi da questi giochi, si stanno organizzando per vendere gli agnelli in continente. “Ci hanno costretto a farlo – spiega Faedda – abbiamo preso contatto con diversi industriali del Continente che sarebbero disposti a comprare tutti i nostri agnelli, circa 100 mila, e macellarli nell’isola”.

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