La Regione sta lavorando per garantire le finalità del progetto presentato dalla onlus "Viva la vita Sardegna", attraverso lo studio di interventi in linea sia con i protocolli clinici che con quanto stabilito dalle norme sulle professioni sanitarie. Il parere negativo della Asl 8 di Cagliari, richiesto dalla Regione, deriva dal fatto che il progetto non è strutturato in modo da rispettare quei parametri medici indispensabili a tutelare la salute dei pazienti interessati, ma ciò non implica che le stesse finalità non possano essere raggiunte in altro modo. Nei tempi necessari ad assicurare risultati adeguati e sostenibili, verrà data una risposta a tutti i disabili gravi che hanno aspettative di miglioramento dei servizi di assistenza loro dedicati.
Al di là del caso della onlus, comunque, è da sottolineare che la Sardegna è una delle Regioni che investono di più sul sociale, pur essendo la spesa vincolata dal Patto di stabilità . Infatti, nel triennio 2010/2012 la Regione ha finanziato solo con il fondo delle non autosufficienze oltre 530milioni di euro, nel quale sono compresi anche gli interventi assistenziali a favore dei malati Sla. Tutti provvedimenti che garantiscono il riconoscimento degli interventi di cura del familiare, Caregiver e integrazione dell'assistenza domiciliare, supportati anche attraverso il programma "Ritornare a casa".
Per quanto attiene il contributo Caregiver riconosciuto ai familiari di riferimento dei malati Sla, sono state già liquidate circa 170 richieste per un importo complessivo di 1 milione e 416mila euro, su uno stanziamento biennale di 2 milioni 870mila euro.
Nel 2013 si prevede di integrare questi interventi a favore delle persone in condizione di gravissima disabilità anche attraverso il 30 per cento delle somme in corso di programmazione da parte del ministero del Lavoro, stimate in circa 7 milioni 425mila.
Infine, è stata appena avviata un'analisi finalizzata a individuare nuove metodologie di intervento sanitario per integrare l'attività di assistenza dei malati affetti da gravi patologie disabilitanti, tra cui i malati Sla, anche tramite strutture come le equipe dedicate con competenze multispecialistiche.