Solo 1,3% delle imprese sarde utilizza i Centri per l’Impiego per selezionare le proprie assunzioni. Al contrario, per cercare nuovi addetti, queste si affidano per il 71,6% alle conoscenze personali, per il 22% alle banche dati aziendali, per il 2,5% alle agenzie interinali, per l’1,6% ad altri sistemi e per l’1% agli organi di informazione.
E’ questo il risultato che emerge dal Dossier sulla “Crisi del mercato del lavoro”, elaborato dall’Ufficio Studi Nazionale di Confartigianato, su dati UnionCamere e Ministero del Lavoro del 2013.
I Centri per l’Impiego, attori pubblici nella gestione delle procedure di incontro tra domanda e offerta di lavoro, sono stati pensati come strutture di servizio per il sostegno alla ricerca attiva di un nuovo lavoro.
“I dati emersi dalla nostra analisi, sono dovuti sia a una profonda sfiducia verso il sistema pubblico, visto sempre più come inefficiente e burocratico – commenta Luca Murgianu, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – sia al fatto che le “reti informali” hanno un peso rilevante e crescente nel favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, in particolare per le piccole imprese”. “Dal 2009 a oggi, la quota delle imprese della Sardegna che utilizza questi centri è praticamente dimezzata – continua Murgianu – anche se dobbiamo tener conto che si è abbassata la quota delle strutture produttive alla ricerca di addetti”.
Analizzando i dati delle altre regioni, tra le aziende che usano i C.I., la Sardegna è solo al 13esimo posto (primo il Trentino con 5,3%, ultima la Basilicata con lo 0,8%, contro una media nazionale dee 2,2%.
Viceversa, tra le imprese che assumono con conoscenza personale, l’isola si piazza al 5° posto (prima la Basilicata 75%, ultimo il Veneto, con una media nazionale del 63,9%). All’estero, in Svezia per esempio, sono 41 su 100 le persone che trovano impiego grazie a questi centri.
“Sono dati che ci devono far riflettere – prosegue Murgianu – anche perché sappiamo bene che i centri vanno rinnovati, soprattutto nella parte tecnologica con sistemi al passo con i tempi. Ora come ora sono strumenti obsoleti schiacciati dalla concorrenza della agenzie interinali” “Inoltre è necessario – conclude Murgianu – che questi possano effettuare, in futuro, anche la verifica delle competenze di chi presenta il proprio curriculum. Solo così potranno essere strumenti moderni, realmente utili alle imprese”.