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Efisio Arbau: "Diamo attuazione al referendum sull'abolizione delle Provincie".

Il consigliere regionale ha presentata questa mattina una proposta di legge costituzionale.

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Una nuova architettura istituzionale per snellire la burocrazia e dare ai Comuni un ruolo da protagonisti nella gestione degli interventi pubblici: è quanto prevede la proposta di legge costituzionale per l’attuazione dei referendum regionali per l’abolizione delle Province, illustrata oggi in una conferenza stampa in Consiglio regionale dal consigliere di Sardegna E’ Già Domani – La Base, Efisio Arbau. “La riforma del sistema istituzionale sardo si rende necessaria dopo i referendum dello scorso anno”, ha spiegato Arbau. “L’attuale configurazione, che prevede quattro livelli di governo, fa sì che ci ritroviamo con una Regione centralista che spende le risorse con tempi molto lunghi, mentre la programmazione degli interventi è scoordinata e manca di tempestività”. La proposta de La Base, invece, prevede due soli livelli istituzionali: la Regione, che “ha funzione di indirizzo attraverso l’azione legislativa”, e i Comuni, che “spendono le risorse attraverso i loro bracci operativi: le Unioni di Comuni e le Comunità Territoriali”. Alle Unioni di Comuni, a differenza di quanto prevede la legislazione attuale, si aderirà su base volontaria e non “per decreto della Regione”. Il loro compito sarà quello di gestire in modo coordinato i servizi locali, “senza costi aggiuntivi e senza personale perché impiegheranno le strutture e il personale dei Comuni”. Le otto Comunità Territoriali prenderanno il posto delle attuali Province (con quella di Cagliari che si costituirebbe come città metropolitana) e coordineranno gli interventi nell’area vasta. Anche in questo caso, l’adesione sarà volontaria e non ci saranno costi aggiuntivi, perché le Comunità saranno amministrate dalle conferenze dei sindaci. Ciò porterà ai tre risultati che ha richiamato Arbau: “Taglio della burocrazia, enorme risparmio di risorse, controllo diretto dei cittadini sulla gestione della cosa pubblica”. La proposta, che modifica gli articoli 43, 44, 45 e 46 dello Statuto, dovrà essere approvata dal Consiglio regionale entro il mese di giugno, quando scadrà il regime di proroga in cui operano attualmente le Province e che, per il consigliere nuorese, andrebbe confermato fino alla scadenza naturale del mandato dei Consigli provinciali, “perché sono organi democratici eletti dai cittadini e se venissero sciolti senza aver prima ridisegnato l’intero sistema si creerebbe il caos”.

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