La Settimana Santa, come da tradizione spagnola, è il periodo liturgico più coinvolgente in tutta la  Sardegna. Ogni paese ha cercato di conservare simulacri e riti che, simboleggiando l’evento della Passione e Morte di Gesù, coinvolgono lo spettatore-attore in questo  evento clou della fede cristiana, suscitando in ognuno la preghiera e la catarsi anche attraverso il coinvolgimento affettivo. I riti quaresimali e pasquali sono sempre stati molto sentiti a Gavoi.  L’ondata di sentimenti strazianti  che li accompagnava ci  è attestata dai vecchi insieme alle monellerie scanzonate dei più giovani spettatori. Dopo un periodo di scarso interesse per il canto tradizionale, grazie a Don Gianni Bitti nei primi anni ottanta, il paese ricominciò a realizzare una sacra rappresentazione con i testi della tradizione antica. Si chiamò “S’iscravamentu” come si era abituati a chiamare questa rappresentazione, ma era piuttostoIl pianto della madre del Cristo morto. Così da alcuni anni e con l’uso di vari testi, la parrocchia di Gavoi , si impegna per l’intera Quaresima a realizzare la Sacra Rappresentazione della Passione e Morte di Gesù. Persone di varie età vi partecipano contribuendo al ricordo e al racconto dell’evento e stimolando alla meditazione. Da alcuni anni il lavoro, sapientemente diretto dalla Professoressa Anna Cidu,  viene portato avanti in lingua sarda  includendo la storia delle ultime ore della vita di Gesù, il pianto della madre e il pianto della donna in Barbagia con gli accenti e gli schemi propri della tradizione. Il coro del Venerdì Santo, diretto dal maestro Francesco Urru, accompagna, con gli arrangiamenti classici della tradizione, l’esecuzione dei brani delle “Sette dies a Nostra Sennora ‘e sos Dolores” del settenario di Bonaventura  Licheri.