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Viviamo insieme la Giornata Mondiale dei poveri

Lettera ai parrocchiani di Ollolai

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VIVIAMO INSIEME LA GIORNATA MONDIALE DEI POVERI

 

Ai parrocchiani di Ollolai (NU)

«Non ti smarrire nel tempo della prova. Stai unito a lui senza separartene, perché tu sia esaltato nei tuoi ultimi giorni. Accetta quanto ti capita e sii paziente nelle vicende dolorose, perché l’oro si prova con il fuoco e gli uomini ben accetti nel crogiuolo del dolore. Nelle malattie e nella povertà confida in lui. Affidati a lui ed egli ti aiuterà, raddrizza le tue vie e spera in lui. Voi che temete il Signore, aspettate la sua misericordia e non deviate, per non cadere».

Papa Francesco, nel Messaggio per la IV Giornata dei poveri (disponibile nel sito della Santa Sede) che celebreremo domenica prossima, cita il libro del Siracide, il quale dà il titolo allo stesso documento: Tendi la mano al povero«Tendere la mano è un segno â€“ prosegue il Pontefice - un segno che richiama immediatamente alla prossimità, alla solidarietà. In questi mesi, nei quali il mondo intero è stato come sopraffatto da un virus che ha portato dolore e morte, sconforto e smarrimento, quante mani tese abbiamo potuto vedere! La mano tesa del medico che si preoccupa di ogni paziente cercando di trovare il rimedio giusto. La mano tesa dell’infermiera e dell’infermiere che, ben oltre i loro orari di lavoro, rimangono ad accudire i malati. La mano tesa di chi lavora nell’amministrazione e procura i mezzi per salvare quante più vite possibile. La mano tesa del farmacista esposto a tante richieste in un rischioso contatto con la gente. La mano tesa del sacerdote che benedice con lo strazio nel cuore. La mano tesa del volontario che soccorre chi vive per strada e quanti, pur avendo un tetto, non hanno da mangiare. La mano tesa di uomini e donne che lavorano per offrire servizi essenziali e sicurezza. E altre mani tese potremmo ancora descrivere fino a comporre una litania di opere di bene. Tutte queste mani hanno sfidato il contagio e la paura pur di dare sostegno e consolazione».

Mani che sono un prolungamento di quella di Dio, il quale entra in contatto con i suoi figli per salvarli. Sabato 14, dopo la Messa vespertina, in comunione con tutte le parrocchie della diocesi per volontà del Vescovo Antonello, celebreremo un’ora di Adorazione eucaristica per chiedere a Dio la forza di essere Fratelli tutti e presentare anche, in questo mese di novembre, la preghiera di suffragio per gli ollolaesi che ci hanno lasciato, tra cui cinque uccisi dal Coronavirus. 

La nostra lode, però, deve sapersi incarnare attraverso la carità. La parrocchia, non esente dalla crisi economica in virtù del calo delle offerte, è intervenuta a sostegno degli indigenti e dei disoccupati, facendo il possibile per soccorrere le famiglie in difficoltà. Non c’è dubbio sul fatto che la sinistra non deve sapere ciò che fa la destra, a proposito di mani, sicuri che l'anonimato nobilita l’amore; ma per dovere di trasparenza, perché quel che è possibile fare è solo grazie alla collaborazione dei fedeli (ragion per cui il 31 dicembre, nella celebrazione del Te Deum, si presentano le entrate e le uscite dell’anno), anticipo che gli interventi assistenziali della parrocchia, tra lavori di ristrutturazione o restauro anticipati a quest’anno e consegna di viveri di prima necessità, ammontano a 6600 euro, con un bilancio che resterà pari a quello del 2019. E non posso elencare tutto quello che ognuno di voi, singolarmente e silenziosamente, ha fatto spontaneamente in privato.

Realisticamente, si prevede un futuro ancora segnato da restrizioni e chiusure con tutte le conseguenze finanziarie. Per questo, proprio per offrire lo spunto per un gesto concreto, si propone la vendita dei piccoli crocifissi che raffigurano la grande croce nel presbiterio della chiesa di San Michele e realizzata da Franco Bussu negli anno ’80, un segno carico di speranza già consegnato nella sua immaginetta nei mesi primaverili. Il ricavato andrà a costituire un fondo di carità per quanti ancora si ritroveranno bisognosi di aiuto.

I crocifissi saranno disponibili già dal prossimo fine settimana e nelle celebrazioni per la solennità di Cristo Re il 21 e 22 novembre, perché la croce è il trono in cui il Signore ha manifestato la più vera regalità a nostro servizio.

«Questo è un tempo favorevole per sentire nuovamente che abbiamo bisogno gli uni degli altri, che abbiamo una responsabilità verso gli altri e verso il mondo», conclude Francesco. 

Conto sulla vostra preghiera e sulla libera generosità di ciascuno. Vi aspetto.

 

Luca Mele

parroco

 

Ollolai, 10 novembre 2020 

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