Dal nostro inviato
Marcello Cocco
SANTU LUSSURGIU Stava svolgendo un'attività che, quasi certamente, aveva fatto decine di altre volte. E, forse, proprio l'eccessiva sicurezza è stata fatale a Giuseppe Pinna, allevatore cinquasettenne di Scano Montiferro: ieri mattina è stato schiacciato da un albero che stava tagliando all'interno di un suo terreno, in località Pischina Ruju, a San Leonardo. Un incidente fatale: l'uomo, schiacciato dalla pesante quercia, è deceduto sul colpo.
LA TRAGEDIA Di primo mattino, Pinna si era recato nel suo appezzamento per tagliare le querce: un'attività abituale in questo periodo. Gli alberi devono essere abbattuti in questi giorni sia per il rispetto ambientale che per la loro conservazione: quando comincia a produrre linfa, il legno marcisce molto velocemente. Gli alberi destinati a fornire legname vengono abbattuti poi, nel corso dei mesi, viene raccolto il legno.
Parcheggiato il suo vecchio fuoristrada Suzuki ha, prima, tagliato una grossa quercia. Poi, ha cominciato a lavorare su un albero più piccolo del precedente. E, all'improvviso, la quercia si è abbattuta sul malcapitato, uccidendolo sul colpo. Impossibile stabilire che cosa sia realmente accaduto: forse un attimo di distrazione, forse la vegetazione troppo folta in quel punto, ha impedito, inizialmente, la caduta dell'albero. Che, però, all'improvviso, si è abbattuto sull'allevatore.
I SOCCORSI Il compaesano che stava lavorando con lui ha cercato immediatamente soccorso. Inutilmente. E, comunque, sarebbe stato particolarmente difficile raggiungere in tempi rapidi il luogo del dramma: il terreno può essere raggiunto sia da Scano Montiferro che da San Leonardo. Ma la strada è particolarmente accidentata. Non a caso, gli stessi mezzi di soccorso sono stati lasciati a qualche centinaio di metri dal luogo in cui è avvenuto l'incidente. Gli stessi vigili del fuoco, pur dotati di mezzi fuoristrada, hanno incontrato non poche difficoltà a raggiungere la zona. Così come i carabinieri che, parcheggiata l'auto vicino a un cancello, sono stati costretti a fare una lunga passeggiata per poter effettuare i rilievi.
LA FAMIGLIA Ma, sin da subito, è stato evidente che c'era ben poco da indagare: nessun mistero dietro il decesso di Pinna. Ha avuto la sfortuna di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato. Non a caso, il pubblico ministero di turno della Procura della Repubblica di Oristano ha disposto la restituzione della salma ai familiari. Anche questa un'operazione particolarmente difficile da portare a termine: praticamente impossibile far arrivare un carro funebre che si sarebbe impantanato nelle numerose e profonde pozzanghere presenti nel sentiero che conduce al terreno. Neanche l'ambulanza del 118, arrivata con l'obiettivo di prestare soccorso qualora fosse stato ancora vivo, ha potuto raggiungere il luogo dell'incidente.
IL RECUPERO Sul posto, a quel punto, è arrivato il fratello della vittima, maresciallo dell'aviazione in pensione, avvertito dai carabinieri. Aiutato dai militari, ha recuperato il corpo (coperto da teli recuperati nell'auto) e l'ha sistemato nei sedili posteriori del suo pick up e l'ha portato verso Scano Montiferro. All'uomo sono stati consegnati anche i documenti dell'allevatore tenuti nell'auto (qualche ora più tardi, i familiari hanno provveduto anche a portare via il fuoristrada dalla zona dell'incidente). Sul posto sono rimasti soltanto i carabinieri che, espletatati gli ultimi adempimenti sono, poi, tornati verso la loro caserma.
