Un pastore di Sarule denuncia una truffa, il commissiato di Ottana indaga e salta fuori un raggiro esteso anche nel Casertano e nel Torinese, stimato in 60 mila euro. Per tre torinesi, che acquistavano il formaggio pagandolo con assegni rubati o non coperti, scatta la denuncia a piede libero con l'accusa di associazione per delinquere finalizzata alla truffa.
LA VICENDA La svolta arriva ieri, ma la vicenda risale a qualche tempo fa. Nel 2011 i rappresentanti della società Eurolatticini, con sede a Milano, si fanno avanti in mezza Italia per la commercializzazione di prodotti tipici. Un allevatore di Sarule nel dicembre 2011 vende la sua partita di formaggio, ma si ritrova a mani vuote. Nel gennaio 2012 si rivolge al commissariato di Ottana che avvia le indagini. Il sostituto procuratore di Nuoro Andrea Schirra segue il caso. Punto di partenza è un torinese di 57 anni, V.C., uno dei tre denunciati. Acquista il formaggio che viene spedito a Torino per essere rivenduto nei negozi di prodotti tipici, soprattutto nella zona di Porta Palazzo. Ma per pagare utilizza assegni provento di furto, altri provengono da un carnet diffidati dall'emissione.
LE INDAGINI Gli agenti di Ottana acquisiscono tutte le informazioni possibili su 14 tabulati telefonici. Passano al vaglio migliaia di telefonate e risalgono a una rete articolata. Salta fuori un altro personaggio, L.P. torinese di 49 anni, che accede a conti correnti bancari fittizi a suo nome o con nome falso. Dai tabulati emerge anche l'intermediario tra l'ideatore delle truffe e i venditori al dettaglio del formaggio: V.Z., torinese di 43 anni. «Le truffe - spiega il commissario capo di Ottana Giampiero Putzu - venivano perpetrate in varie parti d'Italia: nel Nuorese, nel Casertano e nel Torinese». Perciò la competenza dell'inchiesta passa da Nuoro a Torino. La banda utilizza assegni da 700 a cinquemila euro. In tutto la truffa ammonterebbe a circa 60 mila euro. Il raggiro per l'allevatore di Sarule è intorno ai seimila euro.
L'APPELLO Gli investigatori sono convinti che nella rete della banda siano finiti anche altri pastori del Nuorese che non hanno fatto denuncia. Da qui l'appello del commissario di Ottana: chi ha subìto truffe analoghe può segnalarle alla polizia che ha seguito la vicenda affidandosi a tre agenti, impegnati a ricostruire i complessi passaggi di formaggio e assegni ben oltre l'orario di servizio. «Il colpo inferto a un settore fragile è di notevole importanza», sottolinea Putzu richiamando anche l'abilità della banda. Sebbene la ditta abbia cessato l'attività nel 2010, il link del sito internet è attivo e agevola truffe anche recenti. (m.o.)