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L'unione sarda. La Corte dei conti sedici anni fa: Le centraline? Un flop contro i roghi

Prosegue l'inchiesta penale sul sistema di rilevamento dei fuochi

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Le inchieste penali sono due: da un lato i roghi che il 7 e l'8 agosto hanno devastato Isili e San Gregorio, dall'altro i collaudi delle centraline di rilevamento degli incendi costate quasi 50 miliardi di lire.
Sul primo fronte il pm di Cagliari Gaetano Porcu ha aperto un fascicolo per incendio doloso. L'attenzione si sta concentrando su Isili dove si sono registrati i maggiori danni: ci sono diverse piste investigative ma ancora nulla di concreto. La sola certezza è che le fiamme sono partite da un unico focolaio. Quindi, chi ha dato fuoco non mirava a un disastro di proporzioni immani, com'è stato, altrimenti le micce sarebbero state diverse; è più facile pensare a una situazione scappata di mano, complice il forte vento di scirocco. Per capire chi è stato gli agenti della Forestale partono dai possibili obbiettivi degli incendiari raccogliendo le voci dei tanti testimoni. Le indagini sono difficili ma si lavora con la stessa energia profusa per spegnere il fuoco.
IL RILEVAMENTO Quanto all'inchiesta sulle centraline, il pm sta studiando la relazione del perito nominato dal giudice civile nella causa da 10 milioni di euro intentata dalle aziende (Avionica, Teletron e Pro. gen. sar.) che nel 1990 hanno firmato una convenzione di sei anni (prorogata più volte) con la Regione che ha replicato chiedendo a sua volta un risarcimento danni pari a 18 milioni e mezzo di euro. Nel frattempo si scopre che già nel 1998 la sezione di controllo della Corte dei conti aveva valutato quel sistema di rilevamento sottolineando, tra l'altro, i ritardi nella segnalazione, i falsi allarmi, la distanza tra fuoco reale e rilevato. Nonostante questo la commissione di collaudo aveva formulato un giudizio positivo perché «il sistema rappresentava un miglioramento delle condizioni di monitoraggio e prevenzione degli incendi in zone pregiate e a rischio».
Da lì in poi si era proceduto col benestare dei direttori dei lavori (espressione delle aziende concessionarie) fino al collaudo finale del 2008, respinto dal Corpo forestale perché, su 186 incendi nel raggio di dieci chilometri dalle telecamere a infrarosso, il sistema aveva effettuato 4 avvistamenti e 2.000 falsi allarmi. Il resto è cronaca recente: nel 2010, dopo un nuovo collaudo, negativo, la Regione aveva invitato le aziende a ripristinare lo stato dei luoghi ed erano partite le cause civili incrociate.
Da allora l'antincendio lavora col sistema satellitare, altrettanto inaffidabile ma gratuito. Anche se, assicura il comandante del Corpo forestale Carlo Masnata, «il problema non è l'avvistamento ma la mancanza di uomini e mezzi. Ogni anno al 1515 arrivano ventimila segnalazioni e, anche negli ultimi roghi di Isili e San Gregorio, l'allarme è stato pressoché immediato». Insomma, il punto debole sono le forze schierate sul fronte del fuoco non i satelliti né le centraline.
Eppure la questione tiene banco: il coordinatore regionale dei Riformatori ricorda «la denuncia in Consiglio regionale dell'agosto del 2008 quando era stata discussa una mozione del nostro gruppo. Sono passati cinque anni e non è cambiato nulla. La giunta regionale deve mettere la parola fine a questo spreco di denaro».
M. Francesca Chiappe

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