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Bodo/Glimt: quando l'addestramento militare trasforma una squadra di calcio

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Dal Circolo Polare Artico alla semifinale europea: la storia del club norvegese che sfida il Tottenham con le tecniche di un ex pilota da caccia

Una cittadina di appena 55.000 abitanti situata a 225 chilometri a nord del Circolo Polare Artico si prepara a vivere le notti più magiche della sua storia calcistica. Il Bodo/Glimt, autentica rivelazione dell'Europa League, si appresta ad affrontare il blasonato Tottenham in una semifinale che rappresenta il culmine di un progetto sportivo rivoluzionario basato su metodi di preparazione mentale mutuati dall'addestramento militare. Un confronto che sulla carta appare impari, ma che nella realtà non spaventa una squadra abituata a sfidare sia le avversità climatiche che gli avversari più prestigiosi.

Una favola artica con radici profonde

Alla vigilia della gara d'andata al London Stadium, l'amministratore delegato Frode Thomassen non nasconde l'emozione: "Sarebbe errato non definirla una favola, perché è esattamente questo ciò che stiamo vivendo. Un'avventura straordinaria che tra settant'anni verrà ancora raccontata nella nostra comunità".

Il percorso europeo dei norvegesi - che include vittorie prestigiose contro Fc Twente, Olympiakos e il successo ai rigori sulla Lazio - non è però frutto del caso, ma rappresenta il coronamento di una visione iniziata nel 2016 dopo una dolorosa retrocessione. Con un fatturato di appena 30 milioni di euro, il Bodo affronta senza timori reverenziali il colosso Tottenham, che può contare su risorse economiche 23 volte superiori (707 milioni).

"Per fortuna le partite non si vincono in base ai conti in banca" sottolinea con orgoglio Thomassen, evidenziando la filosofia di un club riconosciuto come il più sostenibile d'Europa.

La rivoluzione mentale del pilota da caccia

Il vero artefice della metamorfosi del Bodo/Glimt ha un background decisamente inusuale per il mondo del calcio. Bjorn Mannsverk, ex pilota militare con esperienze di combattimento in Afghanistan e Libia, è stato ingaggiato nel 2016 per affrontare quello che i dirigenti definirono "collasso mentale" della squadra dopo la retrocessione.

Applicando metodologie psicologiche derivate dall'addestramento militare, Mannsverk ha rivoluzionato l'approccio al gioco e alla competizione: "Possiamo vincere una partita ed essere comunque delusi dalla prestazione, oppure perdere e sentirci soddisfatti. L'essenziale è migliorare costantemente", spiega l'ex aviatore, sintetizzando una filosofia che ha portato il club a conquistare quattro titoli nazionali (2020, 2021, 2023, 2024) e a ottenere vittorie storiche come il clamoroso 6-1 inflitto alla Roma di Mourinho.

"Non si tratta di un miracolo, ma di lavoro metodico e mentalità vincente" precisa Mannsverk, che ha trasferito sul campo da calcio i principi appresi durante le missioni militari.

Le tecniche militari applicate al calcio

Il "metodo Mannsverk" si basa su principi innovativi che sfidano le convenzioni tradizionali del calcio. Otto capitani a rotazione garantiscono una leadership diffusa, evitando la dipendenza da singole figure carismatiche. Dopo ogni gol subito, i giocatori formano immediatamente un "cerchio magico" per analizzare collettivamente l'errore e ristabilire l'unità del gruppo.

La filosofia esclude obiettivi numerici predeterminati, concentrandosi invece sul miglioramento continuo della prestazione individuale e collettiva, dove il processo assume maggiore importanza rispetto al risultato immediato.

"Quando le mie bombe colpivano in Libia, l'addestramento mi suggeriva: 'Riconosci l'emozione, ma continua la missione'. Lo stesso approccio vale per i miei calciatori" rivela l'ex pilota, illustrando come la gestione dello stress in situazioni estreme possa applicarsi efficacemente anche nello sport.

I risultati di questo approccio sono tangibili a livello psicologico: "Quando abbiamo eliminato la Lazio, nessuno di noi si è realmente sorpreso. Sapevamo di avere le capacità per riuscirci" racconta il centrocampista UlrikSaltnes, che grazie alle tecniche di Mannsverk ha superato gravi problemi d'ansia.

Gli appassionati possono approfondire questi innovativi metodi di preparazione mentale su questo sito dedicato alle moderne tecniche di coaching sportivo ispirate all'addestramento militare.

La fortezza artica attende gli Spurs

Se l'andata si giocherà nel monumentale stadio londinese, il ritorno dell'8 maggio vedrà il Tottenham affrontare condizioni decisamente inusuali. L'Aspmyra Stadion, impianto da soli 8.270 posti con campo sintetico, si trova a soli 400 metri dall'aeroporto ed è circondato da montagne innevate. Le previsioni meteorologiche indicano temperature minime intorno ai 2 gradi, ma non è da escludere la possibilità di precipitazioni nevose.

"Quando il Tottenham arriverà qui, vivrà un'esperienza completamente fuori dal comune" anticipa Thomassen, ricordando come prima del match con la Lazio sia stata necessaria la rimozione della neve dal terreno di gioco, con il rischio concreto di un rinvio a causa delle avverse condizioni meteorologiche.

Proprio come alcune squadre italiane scelgono località remote per i propri ritiri in cerca di concentrazione e condizioni climatiche particolari il Bodo/Glimt ha trasformato la propria posizione geografica estrema in un vantaggio competitivo significativo.

Obiettivo finale e futuro

Guardando alla doppia sfida con gli Spurs, Mannsverk mantiene la consueta lucidità: "La pressione è tutta sul Tottenham. Noi affronteremo l'incontro mantenendo la nostra routine, trasformando l'ansia in energia positiva. Giocheremo senza timori, consapevoli delle nostre qualità".

Con i proventi delle competizioni europee, il club norvegese progetta già la costruzione di un nuovo stadio da 10.000 posti entro il 2027, pur mantenendo salda la propria identità: "Continuiamo a considerarci degli underdog, ma la finale è un obiettivo concreto e non ci poniamo limiti".

La favola artica del Bodo/Glimt, indipendentemente dall'esito della semifinale contro il Tottenham, rappresenta già una delle storie più affascinanti del calcio europeo contemporaneo: la dimostrazione che con metodi innovativi, visione chiara e lavoro metodico, anche una piccola realtà può competere ai massimi livelli continentali.

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