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Coldiretti. Ecco perchè abbiamo manifestato

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“Siamo dovuti scendere in piazza, togliendo del tempo prezioso ai nostri soci e disturbando i cittadini (con i quali ci scusiamo), per cercare di far arrivare in Regione il disagio di un intero comparto”.

Lo dicono a nome di tutta l’organizzazione regionale il presidente Battista Cualbu e il direttore Luca Saba che spiegano: “per i primi 14 mesi siamo stati collaborativi con la Giunta, abbiamo sommessamente segnalato i problemi e suggerito delle soluzioni. L’11 maggio scorso, visto l’aggravarsi della situazione agricola abbiamo messo nero su bianco e spiegato in un documento punto per punto le criticità dell’agricoltura sarda, dando inizio di fatto alla mobilitazione”.

“Prima di manifestare – sottolinea Luca Saba - abbiamo aspettato che i sardi votassero per le elezioni comunali, evitando di farlo in piena campagna elettorale e dando allo stesso tempo ulteriore tempo alla Regione per dare qualche risposta. Ma è stato tutto inutile”.

“Forse con la piazza – secondo Battista Cualbu - con l’immagine dei volti degli agricoltori, degli allevatori e dei pescatori arrabbiati perché non ricevono i premi comunitari da anni, perché devono restituire i soldi ad Agea per il refresh, perché pagano il gasolio a prezzo pieno,  perché non possono (come gli altri settori economici sardi) usufruire del microcredito o del prestito di conduzione come i colleghi di diverse altre Regioni, piuttosto che di una politica creditizia adeguata al comparto, oppure perché si ritrovano a dover combattere da soli contro i cormorani. Forse – ripete - vedendo e sentendo le persone in carne ossa si capirà che il problema non è di pochi o fisiologico, ma è serio e sta mettendo in ginocchio la nostra agricoltura. Che sicuramente non può permettersi di restituire all’Europa i quasi 250milioni di euro della programmazione del Piano di sviluppo rurale 2007-13 (in scadenza il prossimo 31 dicembre) che ad oggi non sono stati ancora impegnati dalla Giunta regionale”.

“Insomma – tira le somme il direttore regionale di Coldiretti - crediamo che ci siano i motivi per protestare. La speranza è che questa, che vuole essere una iniziativa dimostrativa, non sia la prima di una lunga serie ma che già domani sortisca il suo effetto con l’arrivo di segnali concreti da Cagliari”.

“Ciò che contestiamo – precisa il presidente Battista Cualbu – è oltre ad un atteggiamento troppo superficiale e di scaricabarile verso i problemi contingenti, anche l’assenza di una visione strategica del comparto. Non abbiamo ancora capito quale sia l’agricoltura che immagina la Giunta regionale ed in quale direzione ci stiamo muovendo. Le conferme le abbiamo avute negli incontri convocati in Regione per il Psr, orientati alla programmazione delle diverse misure e non alla elaborazione di una strategia d'insieme che orientasse le diverse misure secondo le scelte di visione economica della politica”.

 I punti che hanno spinto Coldiretti a manifestazione

PREMI COMUNITARI BLOCCATI. La situazione sta diventando insostenibile e incontrollabile. Il comparto non è più in grado di reggere il ritardo dei pagamenti dei premi della Pac stimato in decine di milioni di euro. Sono tante e da diversi anni, infatti, le domande bloccate che non consentono l’arrivo in azienda dei premi comunitari ormai già messi in bilancio.
La soluzione da noi proposta è l’istituzione dell’Ente pagatore regionale. Con un’Agea azzoppata dai tagli statali, che ne limitano l’operatività, la Regione deve avere il coraggio e soprattutto la forza di ottenere l’Ente pagatore regionale che snellirebbe le procedure e agevolerebbe la liquidazione delle pratiche in minor tempo.

GASOLIO AGRICOLO. A quasi 10 giorni dalla scadenza dei termini di presentazione dei libretti Uma per usufruire del gasolio a prezzo agevolato, sono ancora centinaia le aziende agricole che non ne hanno potuto usufruire. Questo perché la Regione non è stata in grado di adeguare il sistema informatico Siar ai nuovi codici. Oltre il danno di dover pagare il gasolio a prezzo pieno gli agricoltori rischiano (se entro il 30 giugno non presentano i libretti e dunque non denunciano i consumi del 2014) di dover essere sanzionati.

CREDITO. L’indebitamento dell’agricoltura sarda nei confronti delle banche è stimato in circa 800 milioni di euro. La vecchia provincia di Cagliari è il territorio con più debito incagliato ed in sofferenza d’Italia dopo la provincia di Latina, rappresentando oltre il 60% del dato regionale.

E’ indispensabile un intervento sinergico tra la Regione, la Sfirs e le banche per individuare un percorso per la ristrutturazione e il riposizionamento dei debiti. Non finanziamenti a fondo perduto ma solamente una seria programmazione ed una politica ad hoc.

In quest’ambito serve attivare il MICROCREDITO (già sperimentato con successo negli altri settori economici) e il PRESTITO DI CONDUZIONE come già fanno in altre Regioni.

BUROCRAZIA. E’ il cancro dell’imprenditoria, il principale ostacolo allo sviluppo. Una grossa mano la otterremmo dal cosiddetto Super CAA, cioè delegando funzioni e competenze ai Centri Autorizzati di Assistenza Agricola che snellirebbero il disbrigo delle pratiche in tempi certi, con maggiore efficienza ed efficacia.

RISCHIO PERDITA FONDI COMUNITARI. L’Europa si riprende indietro i fondi della programmazione 2007- 13 del Piano di sviluppo rurale, che non sono stati impegnati entro il prossimo 31 dicembre. Ad oggi ci risulta che manca una programmazione per oltre 240milioni, il che significa che torneranno indietro. Sarebbe uno schiaffo imperdonabile, soprattutto in periodi come questi, e l’ennesima dimostrazione della mancanza di una visione politica. Sarebbe utile ascoltare e coinvolgere le associazioni agricole per capire le esigenze che arrivano dal mondo produttivo.

REFRESH. Oltre ai premi bloccati ci ritroviamo con tantissime aziende agricole che stanno ricevendo le lettere di Agea per restituire i premi comunitari per colpa del nuovo refresh che considera terreno non eleggibile (dunque non beneficiario dei premi comunitari) quello sotto chioma e quello occupato dalla macchia mediterranea. Un paradosso (quello della restituzione dei soldi) che sottolineammo già da tempo ed in particolare sette mesi fa, il 19 novembre durante una conferenza stampa a Nuoro. In questo caso servirebbe che Agea (l’ente pagatore nazionale) delegasse ad Argea (ente regionale) alcune competenze che gli consentirebbero di sbloccare direttamente da Cagliari le anomalie riscontrate nelle pratiche.

CORMORANI. I pescatori della Sardegna centro-occidentale sono invasi da circa 12mila cormorani che giornalmente divorano 6tonnellate di pesce e tanto altro lo lasciano in acqua ferito dunque non commercializzabile. Un danno quantificato in diversi milioni di euro che non trova ascolto nel palazzo di via Trento.
 

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