“Entro la fine dell’anno proporremo agli assessori all’Agricoltura e alla Sanità un piano per l’eradicazione della Visna maedi”. Lo comunica Antonello Carta di Agris, uno dei componenti del gruppo di lavoro che ha cominciato la sua missione martedì scorso.
“Come Agris – racconta Carta – abbiamo proposto di affrontare la lentivirosi su due piani distinti. Da una parte impostare un programma di eradicazione a medio lungo termine, dall’altra uno per le emergenze”.
Nel primo caso “è determinante la risposta su un nostro progetto. Se ci confermassero che si tratta di una questione genetica potremmo bissare il metodo applicato con la scrapie, con la selezione degli arieti negativi a questa malattia ecc.. Si tratterebbe – sottolinea il genetista dell’agenzia agricola – di un piano a costo zero, con buone pratiche. Grazie ad Agris, Aras e lo Zooprofilattico siamo in grado di garantire il supporto tecnico e delle metodologie efficienti ed efficaci che consentiranno il superamento”.
Discorso a parte invece meritano le emergenze, cioè i casi in cui ci sono delle perdite vive e come sottolinea Antonello Carta “certificabili e quantificabili. Stiamo parlando di casi di morte o abbattimento delle pecore e delle conseguenti perdite. In questo caso, come per le altre epizozie, si dovrebbero garantire degli indennizzi”.
“L’importante – dice – è non confondere i due piani. Quello dell’eradicazione che richiede tempi lunghi va distinto dall’emergenza e dagli aiuti diretti per l’abbattimento e il mancato reddito, sicuramente limitato a pochi capi”.
“La morte delle pecore – precisa infine Carta - in questo caso è rara. La Visna maedi non uccide, ma deprime l’animale, e causa di problemi respiratori. E’ una malattia strana, difficile da diagnosticare non solo per il pastore ma per lo stesso veterinario”.