La stagione turistica si preannuncia buona per le strutture di accoglienza ufficiali, ma ancora di più stappano lo spumante i furbetti dell’appartamentino, quelli che dietro la nobile parvenza della “sharing economy” rappresentano il lato oscuro dell’economia e di fatto la fanno franca ai controlli che sono insufficienti o nulli ad un fenomeno oramai sfuggito di mano.
L’indagine che presentiamo è stata fatta a fine aprile e riguarda il sommerso turistico nelle province di Nuoro e Ogliastra. Per la prima volta abbiamo a disposizione un dettaglio puntuale del fenomeno che qui sintetizziamo.
Ufficialmente nel nostro territorio sono registrate 490 strutture ricettive regolari. Su Trip Advisor erano censite 1.132, su Airb&b 1696 e ben 2.910 su Homeaway altro grande portale di prenotazioni di appartamenti.
Su Airb&b 284 alloggi erano a Dorgali, 229 ad Orosei, 188 a Siniscola, 133 a Tortolì, 125 a Baunei, eccettera.
E’ impressionante la crescita di AirB&B sul nostro territorio dal 2009 dove erano presenti solo due alloggi ed a fine 2016 erano 1.693.
Ecco tutte le bugie della Sharing Economy nel nostro territorio.
1) Non si tratta di alloggi condivisi infatti ben il 76,12% sono appartamenti interi, il 23,64 stanza privata e lo 0,24 di stanze condivise.
2) Non si tratta di attività occasionali. L’81,78% degli alloggi è a disposizione per oltre 180 giorni all’anno. Solo il 4,13% è disponibile entro i 60 giorni.
3) Non si tratta di piccoli redditi. Il 65,74% degli host (termine tecnico per indicare coloro che mettono a disposizione alloggi) gestiscono più di un alloggio. Il signor Matteo ne gestisce ben 42 un vero imprenditore????
In sintesi emerge che nella maggioranza dei casi, l’attività non è un’occasionale fonte integrativa di reddito, ma rappresenta un vero e proprio business.
Risulta evidente lo squilibrio in termini di ricadute sul sistema economico derivante dalla situazione d’irregolarità legata al sommerso.
A fronte di fatturati/ricavi consistenti non hanno corrisposto ad oggi apporti equivalenti in termini di contributo all’erario e di sostegno all’occupazione ed al reddito. Con l’arrivo dal 1° di giugno scorso della cedolare secca al 21% si andrà a sanare almeno una parte dell’evasione fiscale che si verificava.
Vengono danneggiate tanto le strutture turistiche tradizionali quanto coloro che gestiscono in modo corretto le nuove forme di accoglienza come ad esempio tutti i Bed and Breakfast che agiscono nel rispetto delle norme e si trovano la concorrenza sleale dei furbetti.
E’ inutile evidenziare che gran parte di questi appartamenti hanno una tassazione agevolate a livello locale in primis sulla TARI (tariffa sulla nettezza urbana) e che i maggiori costi determinati dal maggior numero di persone che gravano sulla località vengono poi pagati dalle altre utenze domestiche e non domestiche ed i vantaggi sono sempre a favore dei furbetti.
Tutto questo accade alla luce del sole!
Proprio sul fronte dell’Ordine Pubblico ricordiamo che qualsiasi forma di ospitalità ed indipendentemente dalla durata del soggiorno sussiste l’obbligo di comunicare alla Questura le presenze.
Il fenomeno, come evidenziato, sta assumendo dimensioni sempre più grandi nell’indifferenza di coloro che devono fare i controlli in modo sistematico. In attesa che il principio de “LO STESSO MERCATO STESSE REGOLE” e quindi le regole del gioco siano uguali per tutti e non che i soliti noti (ovvero le imprese ufficiali) paghino per questi “furbacchioni dell’appartamentino”, auspichiamo severi controlli da parte delle autorità competenti ad iniziare dai Comuni ovvero i sindaci che ben se ne vedono dal mandare la polizia municipale a fare le verifiche.

