“Sulle politiche giovanili occorre essere organizzati e pratici altrimenti rischiamo di non valorizzare adeguatamente il nostro patrimonio più prezioso pur avendo i fondi a disposizione”.
Lo sostiene il consigliere regionale de La Base Efisio Arbau primo firmatario di una proposta di legge sui giovani presentata insieme ai colleghi del gruppo Sardegna vera, Gaetano Ledda, Michele Azara e Raimondo Perra, e al consigliere del Movimento Zona Franca Modesto Fenu.
Un progetto organico, coinvolgimento dei Comuni, spazi destinati all’aggregazione, riconoscimento della formazione non formale, istituire un fondo specifico sono i punti principali di una legge organica e completa.
“I principi su cui devono essere incardinate le politiche regionali relative ai percorsi ed all’offerta formativa delle giovani generazioni – spiega Arbau – sono il coordinamento e la capacità di adeguamento rapido alle loro esigenze mutevoli, per cui devono essere utilizzati in maniera ottimale tutti gli strumenti, anche informatici, e le risorse disponibili”.
Secondo i cinque consiglieri regionali occorre dare un impulso alle istituzioni che “sembrano assistere passivamente alla fuga dei propri figli. Paghiamo la mancanza di un progetto organico, della carenza di coordinamento in materia di politiche giovanili. I risultati nella gestione regionale dei programmi statali ed europei (es. Garanzia Giovani), sono quantitativamente e qualitativamente insufficienti rispetto alle potenzialità dei mezzi e delle risorse disponibili. Siamo in forte ritardo rispetto a quelle regioni che da tempo hanno riconosciuto ai giovani il giusto ruolo nello sviluppo sociale ed economico nella sua globalità”.
Per questo nella legge presentata questa mattina si propone l’istituzione dell’Unità di progetto all’interno della presidenza della Regione: “costituisce un passaggio fondamentale e non più rinviabile per condurre a organicità la gestione delle politiche giovanili, e peraltro non comporta ulteriori oneri finanziari per il bilancio regionale”.
Inoltre continua nel presentare la proposta Arbau “nel Piano giovani approvato dalla Giunta, in cui si programmano gli obiettivi, in armonia con i programmi statali ed europei, è previsto il coinvolgimento dei Comuni, primi portatori degli interessi e dei bisogni delle comunità, e a cui sono riconosciute delle funzioni di pianificazione, programmazione ed erogazione dei servizi”.
“Senza onerosi investimenti – dicono i proponenti – si può sopperire alla carenza di adeguate strutture destinate all'aggregazione ed alla crescita culturale e professionale dei giovani, a partire dai comuni grandi e piccoli, ma soprattutto dai quelli delle zone interne dove è facile individuare ed adeguare strutture in disuso a causa del drammatico spopolamento”.
“Fondamentale – sottolinea sempre il primo firmatario Arbau - è anche la certificazione dell’apprendimento non formale, dando valore sociale, attraverso il rilascio di un documento ufficiale, alle conoscenze e capacità della persona indipendentemente dal percorso di apprendimento seguito. In questo modo (per esempio in agricoltura piuttosto che nell’artigianato) capitalizziamo tutto quel patrimonio di conoscenze che i giovani raccolgono in modo tradizionale e allo stesso tempo si valorizzano le pratiche e i mestieri antichi che hanno acquistato prestigio e valore nel mondo”.
Per ottimizzare i risultati e limitare perdite di risorse, nella legge si propone di istituire il Fondo per le giovani generazioni, cui concorrono tutte i finanziamenti provenienti dallo Stato, integrativi regionali o derivanti da organismi dell'Unione europea per iniziative ed interventi in materia di politiche giovanili.
“La norma finanziaria – conclude - in sintonia con lo spirito della legge che prevede misure di coordinamento e ottimizzazione delle politiche a favore dei giovani, limita al massimo gli oneri aggiuntivi a carico del bilancio regionale, stabiliti in un milione di euro annui”.