OLZAI. Questa settimana, l’azienda “Talla ‘e ore” ha avviato la mietitura del grano “Cappelli” coltivato nei campi di Olzai. Ieri pomeriggio, nella fertile vallata di Eligai è entrata in azione una grande mietitrebbiatrice, mentre nei prossimi giorni, la mietitura (anche manuale) proseguirà nelle campagne di Durulea dove esiste il nucleo principale dell’impresa agricola di Luciana Siotto.
Un’azienda molto giovane, che da circa un anno pratica diverse colture biologiche e vuole ripristinare anche a Olzai la coltivazione del grano duro “Cappelli” (Triticum durum). Un frumento oggi coltivato principalmente in Basilicata, Puglia e Sardegna per la produzione di pasta di qualità superiore, pane e anche dolci e pizze biologiche.
Dunque, una varietà di grano che è stata riscoperta e rivalutata anche in Barbagia come cereale di eccellenza, in quanto – non avendo subito le mutazioni genetiche delle varietà dei grani moderni – si è conservata inalterata nel tempo la qualità, a vantaggio di una maggiore digeribilità e tollerabilità.
E Olzai può senz’altro vantare una lunga tradizione nelle colture cerealicole (e non solo) e in altre attività artigianali legate al suo vasto territorio di quasi settemila ettari, come l’intreccio delle piante dell’asfodelo.
Un mondo di attività e saperi che costituivano l’economia di un paese e, allo stesso tempo, rappresentavano un tassello importante nell’economia di un più vasto territorio, e che la chimera dell’industrializzazione ha spazzato via. Per questi motivi, la titolare dell’azienda “Talla ‘e ore” vuole riprendere quel filo spezzato e ristabilire il legame con quel mondo, prima che il salto generazionale lo destini all’oblio.
Ritornare quindi ad un economia ecosostenibile, che sfrutta le risorse del territorio e stimola attività legate ad esso. Ecco perché la scelta del grano “Cappelli”: una varietà lontana dai criteri delle lobby e con eccellenti qualità organolettiche, anche per creare una filiera legata alle peculiarità del territorio comunale e quindi all’antico mulino idraulico nel Rio Bisine, gioiello di architettura e di ingegneria idraulica e meccanica, non solo del paese di Olzai ma dell’intera Sardegna.
Conclusa la fase di mietitura, il grano raccolto nei cinque ettari coltivati dall’azienda “Talla ‘e ore” verrà macinato nell’imponente “Su Mulinu vezzu”, anche per sfruttare l’energia rinnovabile come l’acqua e consentire la macinazione a freddo, conservando così intatte le proprietà delle farine che verranno utilizzate per la realizzazione dei diversi tipi di pane e dolci tipici locali.
E in questo processo di lavorazione del grano e delle farine, saranno coinvolti i bambini delle scuole e anche i turisti che visitano periodicamente l’antico mulino potranno assistere alla molitura e preparazione dei pani.
Si vuole in qualche modo diffondere la consapevolezza dell’importanza di un’alimentazione sana, nel totale rispetto dell’ambiente e, allo stesso tempo, stimolare il sorgere di nuove competenze nel settore agro alimentare di eccellenza che possano produrre reddito anche in un piccolo centro come Olzai.
Dunque, un’iniziativa imprenditoriale molto importante e che, a parte i possibili ritorni economici per l’azienda “Talla ‘e ore”, potrà contribuire a frenare i fenomeni dell’abbondono delle campagne e lo spopolamento dei piccoli comuni del centro Sardegna.