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L'unione sarda. Sos istranzos, volti tinti di nero

OVODDA. Don Conte al rogo il mercoledì delle ceneri

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Ovodda, come la maggior parte dei paesi della Barbagia, vive uno dei suoi momenti più significativi a Carnevale. L'evento è caratterizzato dalla trasgressiva contestazione del potere e dell'autorità costituita, da ricollegare alle sollevazioni popolari del lungo periodo feudale. Il mercoledì delle ceneri, me'uris de lessia , segna il culmine della ricorrenza allorquando un fantoccio denominato Don Conte, che simboleggia il potere religioso e politico, dopo essere stato accompagnato in processione per le vie del paese, viene bruciato dopo un processo sommario che lo condanna a morte.
La costante del carnevale ovoddese consiste nel tingersi il volto di nero: dopo aver fatto bruciare del sughero, lo si raschia e si mescola con dell'olio, che lo rende lucido e aderente. Per far parte del rito collettivo o ci si tinge o sos intintos non ti lasciano scappare senza averti prima sfregato sul viso un pò di nero. Nessuno escluso. Perché in questo Carnevale, che nel primo giorno di Quaresima ha un valore aggiunto di trasgressione, non esistono gli spettatori che assistono alla rappresentazione: si è tutti attori partecipi, si diventa soggetti attivi di una comunità che si riunisce e si allarga, viva di entusiasmo, senza regole e libera dai ruoli e dalle convenzioni.
Il sindaco di Ovodda Cristina Sedda porge il pubblico invito a tutti coloro che vorranno raggiungere il centro del nuorese, ma con un una perentoria raccomandazione: «Visitatori e turisti sono i benvenuti, ma devono avere un comportamento rispettoso. L'appello è che nessuno arrivi nel nostro paese con la faccia già nera. Spetta agli ovoddesi tingere i volti de sos istranzos , in segno di ospitalità. Don Conte a tarda sera viene giustiziato. Per alcuni è la certezza che un altro anno è ormai trascorso per altri invece è una tradizione che rende unico questo paese della Barbagia.
Roberto Tangianu

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