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L'unione sarda. «Il calcio giovanile rischia di sparire»

INCHIESTA. Pochi atleti e pochi allenatori: tante società costrette a rinunciare ai campionati

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Il calcio giovanile rischia di sparire. Travolto dal destino di tante squadre costrette ad alzare bandiera bianca per mancanza di atleti. Crollo delle nascite, inconciliabilità tra impegni scolastici e sportivi: queste e altre le cause del declino.
CALCIO E LIBRI «La società ha annunciato via fax la rinuncia al campionato». Comincia così il canonico comunicato che, una volta giunto negli uffici delle varie Delegazioni provinciali, sancisce l'impossibilità delle società di proseguire e portare a termine la stagione calcistica. Nel corso di quest'anno sono diverse le società che hanno di fatto ritirato le proprie squadre. Curioso (ma non troppo) il caso dell'Atletico Nuoro, società partecipante al campionato regionale Giovanissimi, ritiratosi con una comunicazione fatta pervenire agli uffici della Delegazione nuorese il 4 gennaio. «Siamo partiti con sedici giocatori, e le premesse erano più che buone», dichiara Francesco Carta, dirigente della società nuorese, «ma è successo che durante i primi mesi dell'anno scolastico diversi ragazzi non riuscivano a rendere a scuola tanto quanto sul campo di gioco. Il risultato è stato che i genitori non hanno più mandato i loro figli agli allenamenti, e ci siamo ritrovati con appena cinque ragazzi in gruppo».
RINUNCIA INEVITABILE «A Nuoro, così come in altri posti della Sardegna, non è facile trovare i ragazzi dell'età giusta», prosegue Carta, «oltretutto il campionato regionale comporta un dispendio di energie superiore a quello provinciale. Evidentemente non ce lo possiamo permettere: per la prossima stagione cercheremo di organizzare meglio il tutto, anche per non incorrere in sanzioni che, di questi tempi, sono delle vere e proprie mazzate».
«COSTRETTI A FARE CARTE FALSE» Anche per la Lulese, società che ha ritirato la propria squadra dal campionato provinciale Giovanissimi, il problema è simile, ma con dei risvolti più polemici. «Sono anni che ribadiamo le stesse cose», dichiara il dirigente Francesco Sedda, «nei paesi del Nuorese è difficile trovare ragazzi dell'età giusta. All'inizio pensavamo di farcela, ma strada facendo ci siamo resi conto di non poter andare avanti con appena sette ragazzi in gruppo. Abbiamo chiesto alla federazione di potere inserire dei fuori quota e di partecipare al campionato anche come squadra fuori classifica, ma non ci è stato concesso. A questo punto mi chiedo se davvero si comprendono le vere priorità di questo sport o se si è fuori dalla realtà». Francesco Sedda lo scorso anno è stato squalificato per due anni, per aver falsificato i cartellini di alcuni ragazzi. «È vero, sono stato squalificato» conferma Sedda, «ma non mi pento assolutamente di quello che ho fatto. Certi ragazzi andavano tolti dalla strada, e anche contravvenendo alle regole, ho agito a fin di bene. Sono anni che pongo il problema, ma evidentemente chi gestisce i campionati non percepisce quale sia la vera realtà della nostra zona». Di versante opposto il problema del Tuttavista di Galtellì, che ha ritirato la squadra dal campionato provinciale Giovanissimi in avvio di stagione. «Noi i ragazzi ce li avevamo», afferma Paolo Murreddu, dirigente , «però non siamo riusciti a trovare un tecnico che li allenasse. All'inizio ci siamo alternati noi della dirigenza, pensavamo che la situazione si risolvesse. Purtroppo non c'è stato niente da fare».
Andrea Dessì

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