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L'unione sarda. Pd, Marini spacca anche i sardi

In cinque (su tredici) si ribellano alla scelta di Bersani

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Più d'uno ci ha perso una notte di sonno. Letteralmente: per esempio Giampaolo Diana , grande elettore sardo scelto dal Consiglio regionale, alle 3.05 ha spedito un sms a molti dei suoi contatti rivelando l'intenzione di non votare per Marini, e chiedendo un parere. Il travaglio quirinalizio del Pd non poteva risparmiare i democratici isolani, e Diana non è stato il solo a rovinarsi il riposo.
I DISSIDENTI Alla fine il capogruppo ha seguito l'istinto e ignorato l'indicazione del partito, lui da sempre bersaniano: «Nulla contro Marini, anzi. Ma non mi sembra la scelta giusta per rimetterci in sintonia col Paese. Rispetto chi ha fatto diversamente: ma su oltre 300 sms di risposta al mio quesito, solo tre mi invitavano a votare Marini».
Anche in questa scelta Diana non è rimasto solo: dovrebbero essere quattro i parlamentari che hanno fatto come lui. Lo dicono esplicitamente Romina Mura , Caterina Pes e Luigi Manconi . Nell'elenco ci sarebbe anche la deputata Giovanna Sanna , che però mantiene un certo riserbo: «Ho votato secondo coscienza, ascoltando anche le indicazioni degli elettori. Ma sono contenta per com'è andata, abbiamo superato un ostacolo importante».
CONSULTAZIONI Come Diana, Sanna accenna a un confronto in tempo reale con la base del partito: e questa forse è la vera novità di questa elezione. Mai prima d'ora militanti e simpatizzanti avevano potuto esprimersi in massa su una votazione simile. «Non ho votato Marini per scelta mia, ma mi sono trovata in sintonia con le persone che sentivo», confessa Romina Mura, un'altra reduce da una notte insonne. Il senatore Manconi non dice quanto ha dormito, ma si definisce «preoccupatissimo per l'unità del Pd. Ho votato scheda bianca fin dalla mattina, ma non mi interessa partecipare ai conflitti interni».
PER MARINI Il segretario Silvio Lai invece ha fatto come deciso dalla maggioranza dei parlamentari Pd nella drammatica riunione di mercoledì: «Dispiace che una persona eticamente irreprensibile e da sempre impegnata per i lavoratori abbia subìto un trattamento immeritato», commenta il senatore sassarese, ricordando la decisione di cercare ampie convergenze in Parlamento: «Poi qualcuno ha cambiato opinione. Ora si apre una fase nuova: per il cambiamento - conclude Lai - guardiamo a una donna, se possiamo».
«Credo che il tentativo di Marini sia superato», riflette il deputato Emanuele Cani , un altro che ha votato l'ex leader della Cisl: «È una situazione difficile, ma ho ancora fiducia nella capacità di Bersani di trovare una soluzione. Certo, non mi aspettavo una reazione così forte dalla nostra gente». «Ma non decide Facebook», osserva Siro Marrocu : «Un parlamentare non ha vincolo di mandato, ma se accetto un vincolo è l'indicazione del mio partito. Marini è degnissima persona, la linea di Bersani resta giusta».
I DL I deputati ex Margherita dovrebbero aver votato tutti per Marini: su Francesco Sanna e Marco Meloni non ci sono conferme ufficiali ma neppure grandi dubbi, Gian Piero Scanu aggiunge anche di «averlo votato volentieri, perché so chi è. Non mi faccio dettare le scelte dalla piazza, magari virtuale, dopo anni di critiche a Berlusconi che segue i sondaggi. Né mi presto a operazioni ciniche». Detto questo «eviterei bilanci tragici della situazione, prima di vedere la fine. In queste partite, la tattica spesso c'è e non si vede. Il centrosinistra appare dilaniato, ma sono fiducioso che si possa ricostituire l'unità del Pd e della coalizione: su Marini o su altri».
Giuseppe Meloni

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