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L'unione sarda. Paura e sconcerto, la comunità teme una spirale di violenza

Nessuno riesce a spiegare il perché di tanta ferocia

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Sono tante le parole che potrebbero descrivere i sentimenti vissuti oggi nella piccola comunità del Sarcidano. Sentimenti espressi da un silenzio causato dallo sconcerto per quanto accaduto, da parole sussurrate, da frasi che nessuno riesce a completare, tante parole spezzate dall'immagine di due volti noti a tutti.
LUTTO Gergei è stata risvegliata ieri da un tam tam di voci, dal suono assordante delle sirene, dal pianto di una famiglia straziata da un lutto violento. Un duplice omicidio che ha scosso gli animi e che ha seminato incredulità, ma soprattutto ha dipinto nei volti la paura.
«Dove sta arrivando il nostro paese?», si sono chiesti tutti appena appresa la notizia del terrificante massacro di Albino Farris e di sua moglie Veronica Foddis. Un duplice omicidio che dagli inquirenti è considerato una vera e propria esecuzione. E questo crea ancora più smarrimento. Dunque la paura è quella di essere stati sbalzati in una spirale di violenza che non si sa da dove viene, né dove porterà. I due coniugi erano conosciuti da tutti, così come i loro ragazzi, un maschio ed una femmina. Anche lei, pur essendo originaria di Tertenia, si era inserita bene in paese, allegra e gioviale, le piaceva parlare con tutti. Da qualche anno vivevano ormai nel casolare della loro azienda zootecnica, allevatori di capre e pecore, forse fra i più importanti di Gergei. La casa in paese invece era stata affittata a dei parenti.
«In paese Albino si faceva vedere ormai poco o nulla, veniva soltanto in occasione della festa di Santa Greca, la santa dei pastori. La moglie un po' più spesso per fare la spesa. Di fatto avevano scelto di restare nel loro ovile», racconta un anziano che li conosceva bene. «Al bar? Macché, mai più visto. Era diventato un solitario, forse come volesse dimenticare il passato che gli aveva procurato qualche problemuccio con la giustizia».
TESTIMONIANZE Una vecchina ricorda la signora Veronica. «Grande cuoca, sapeva fare dolci incredibilmente buoni e un pane altrettanto buono. Non doveva finire così».
Gergei è scossa. Ricacciata negli anni Ottanta, quando la comunità fu costretta a sopportare due orribili omicidi
IN MUNICIPIO Turbamento in seno all'amministrazione comunale che ha proclamato il lutto cittadino nel giorno dei funerali. «Non possiamo che esprimere», ha detto il sindaco Rossano Zedda, «incredulità, dolore e sgomento per quanto è successo, siamo vicini ai familiari». Poche dunque le parole del primo cittadino che come tutti gli altri conosceva la famiglia. «Speriamo - ha aggiunto Zedda - che le forze dell'ordine facciano presto chiarezza sull'accaduto e consegnino alla giustizia chi si è macchiato di questo vile e disumano delitto». Un terremoto che ha sconvolto dunque questo piccolo paese di 1300 abitanti balzato agli onori della cronaca nazionale nel modo peggiore. Intanto gli inquirenti cercano di parlare con tutti, conoscenti, amici parenti per trovare una pista più chiara e dare sicurezza ad una comunità che s'interroga. Non c'è nessuna chiara ipotesi se non quel precedente penale che aveva visto coinvolto Albino Farris nel 1999.

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