Sarà un po' un derby tra riforme: legge elettorale e riassetto delle Province, che cosa è più urgente? Dopo l'approvazione della manovra finanziaria, il Consiglio regionale deve rimettere mano a questioni lasciate in sospeso da tempo. E già si intravede quale sarà il tema dei prossimi scontri, anche interni ai grandi schieramenti.
IL VERTICE Il compito di regolare il traffico (cioè di programmare i lavori del parlamento sardo) è affidato alla conferenza dei capigruppo, che si riunirà giovedì. Nelle ultime settimane la sessione di bilancio ha bloccato tutto il resto, non solo per ragioni regolamentari ma soprattutto per l'urgenza di interrompere l'esercizio provvisorio.
Prima dello stop si era iniziato a discutere in aula la riforma elettorale, poi bloccata da contrasti su alcuni punti specifici. «Ma non è la priorità », avverte Attilio Dedoni, capogruppo dei Riformatori: il partito che, da un anno, si è dato la missione di vigilare sull'attuazione dei referendum regionali del maggio 2012.
LA MAGGIORANZA Già durante il primo tentativo di portare in aula la modifica delle regole del voto, i Riformatori avevano disertato i lavori per protesta contro la mancata precedenza del riassetto delle Province. E non hanno cambiato idea: «Il Consiglio regionale ha già smentito se stesso», riprende Dedoni alludendo all'impegno, non mantenuto, di riordinare gli enti locali entro lo scorso ottobre: «Ora spero che non vorremo farlo di nuovo, c'è una legge che dice che le Province scadono il 30 giugno». La legge elettorale «è importante, ma non capirei la fretta: non si andrà a votare subito».
L'esponente dei Riformatori auspica un vertice di maggioranza per discutere la questione, e forse sarà accontentato: «Per ora non ci sono appuntamenti già fissati - precisa il capogruppo Pdl Pietro Pittalis - ma ritengo anch'io opportuno definire una linea comune. Ci sono altre due norme relative all'attuazione dei referendum: il taglio dei consigli d'amministrazione degli enti e la Costituente».
Su tutti questi temi, avverte Pittalis, «non basta trovare una sintesi in maggioranza: dovremo cercare il dialogo con l'opposizione». Cosa che vale anche per una terza questione, forse la più impellente ma anche la più semplice da risolvere: «Bisogna votare una norma per rendere effettivo lo stanziamento di 30 milioni per i cassintegrati. Possiamo farlo con la procedura d'urgenza utilizzata altre volte».
L'OPPOSIZIONE Quest'ultimo punto sta molto caro anche al centrosinistra, come ribadisce il capogruppo del Pd Giampaolo Diana: «Anzi, noi pensiamo che sarà necessario reperire risorse ulteriori, come del resto abbiamo detto durante la discussione sul bilancio. Comunque siamo d'accordo sull'utilizzo della procedura d'urgenza». Quanto alle riforme, «non mi sembra un problema ripartire dalla legge elettorale: si può licenziare in una settimana. Le cose fondamentali da inserire nel provvedimento sono anzitutto l'eliminazione del listino regionale e l'elezione diretta del governatore (con un premio di maggioranza che potrebbe essere più ampio se chi vince supera il 40%). E poi la doppia preferenza di genere, su cui sono pronto a fare tutto quanto sarà nelle mie possibilità per evitare il voto segreto».
Giuseppe Meloni
