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L'unione sarda. Lenzuola bianche alle finestre, il paese vuole isolare i violenti

MAMOIADA. Manifestazione notturna dopo l'attentato al pub

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MAMOIADA Lenzuola bianche alle finestre delle abitazioni per tutta la giornata e gli esercizi commerciali aperti fino alle dieci di sera. Mamoiada non si arrende, a dispetto di tutto insiste nel gridare no alla violenza, al degrado e alla desolazione.
E a pochi giorni dall'incendio doloso che ha devastato il Mupspub all'ingresso, (seguito nella stessa notte dal furto in un Bed&Breakfast che ha fruttato ai ladri diverse decine di migliaia di euro) ieri sera ha voluto stigmatizzare la viltà e la violenza, lasciando le serrande alzate ben oltre l'orario consueto e con una marcia della solidarietà. «Con calma e determinazione», ha osservato il sindaco Graziano Deiana, «senza clamori. Ma noi vogliamo ribadire che non ci arrendiamo».
LA “PROCESSIONE” Il silenzio del lungo corteo è surreale, soprattutto quando la fiumana giunge davanti al pub cannibalizzato dalle fiamme. A fare da contraltare voci di bambini che aprono la manifestazione giocando indisturbati. Guidano con la propria allegria, simbolo della speranza per una comunità che dopo tutti gli attentati, i vandalismi, le ruberie, ora appare stanca. Pur corazzata, ma stanca.
In prima linea il parroco don Luigino Monni e Pina Puddighinu proprietaria del B&B. E anche Clara Cardenia, che gestiva il pub e in questo momento avrebbe preferito starsene dietro al bancone a servire e intrattenere la clientela, piuttosto che sfilare dopo che il suo sogno è andato in frantumi. Ma nonostante lo sconcerto rimarca: «È questo il vero volto di Mamoiada. L'anima più onesta della mia gente è tutta qua stasera».
LE ISTITUZIONI Accanto l'intera Giunta e il Consiglio, maggioranza e opposizione ancora una volta riunite. «L'idea di lasciare aperti i negozi fino alle 22», spiega l'assessore ai Servizi sociali Francesco Golosio, «nasce dal fatto che, sottesa ai gesti criminali che negli ultimi anni hanno ferito Mamoiada, c'è la volontà più o meno espressa di creare un clima di terrore, fare in modo che la gente se ne rimanga chiusa in casa in modo tale da poter liberamente mettere a ferro e fuoco il paese. Ma noi non ci stiamo. E parlo sia come amministratore, sia in rappresentanza delle associazioni che hanno promosso la marcia».
LA NOVITÀ Un corteo silenzioso ma fermo, anima ieri notte le vie di Mamoiada. Sullo sfondo il mormorio indistinto della condanna generale. Ma traspare anche tanta sfiducia. Nei pour parler dei bar e delle piattaforme mediatiche, qualcuno sussurra: «Ma alla fine serve tutto questo?». E altri insinuano: «Sappiamo bene ci sta rubando la tranquillità, perché continuare a lanciare denunce contro ignoti?».
Francesca Gungui

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