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L'unione sarda. Il pecorino conquista l'Asia e gli States

ECONOMIA. Nonostante la crisi le aziende del Nuorese migliorano i dati dell'export

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Fotografia di un territorio in crisi, in parte addolcita da segnali di una società in evoluzione. L'undicesima giornata economica della Camera di commercio di Nuoro e Ogliastra, ieri, disegna un quadro in chiaroscuro proiettato al futuro. Le notizie positive: crescono le esportazioni che muovono 151 milioni di euro, in particolare nei comparti chimica, plastica, metalmeccanica ed elettronica - il carico da 90 ce lo mettono Ottana Polimeri e Intermare di Arbatax - ma si difendono bene anche marmo e formaggio, 25 milioni il fatturato dell'agroalimentare che conquista Asia e America settentrionale.
I NUMERI A illustrare il trend il presidente Agostino Cicalò e il direttore dell'Aspen Roberto Sau. Tra i dati interessanti c'è che, mentre agonizzano fino a morire le imprese di autoctoni (nel 2012 ne sono venute a mancare 98 attestandosi a 28.031) crescono quelle messe su da extracomunitari, passate da 848 a 895, soprattutto nel commercio che ha raggiunto il traguardo di 694 realtà virtuose. Per il resto gli stranieri, forte la rappresentanza dall'Africa settentrionale e centrale, si occupano di costruzioni, agricoltura, ristorazione e manifatture.
IMPRESE IN ROSA Tempi duri per l'imprenditoria in rosa, la quale registra un passaggio in negativo da 11.191 a 10.188, un brusco arresto che si traduce nella perdita di oltre mille imprenditrici. In generale trionfa la ditta individuale, che copre il 72 per cento del panorama, a fronte di un 14 persone di società di persone e 11 per cento società di capitale. Lo zoccolo duro della base produttiva è costituito da agricoltura, pesca e silvicoltura, 30 per cento, a seguire settore commerciale, 22 per cento, edilizia 14 per cento, servizi 12, ricettività, manifatturiero e industria 8 per cento.
LE CANCELLAZIONI Tra le realtà in affanno, sono diminuite dell'11,4 per cento quelle in liquidazione, e aumentate del 38,71 per cento le imprese raggiunte da procedure di fallimento. E poi c'è il capitolo buio dei protesti: nel 2012 hanno riguardato quasi 12 abitanti ogni mille. Il bilancio nel complesso è da interpretare: «Nonostante i tempi duri poteva andare peggio», osserva Cicalò con timido ottimismo, «ciò che abbiamo notato è l'apertura di nuovi mercati e quindi nuove prospettive grazie all'intrapresa dei singoli che si stanno impegnando nel marketing, nella promozione. Registriamo diversi casi di imprenditori che pubblicizzano le proprie proposte direttamente in loco. Valigia alla mano, partono e vanno a presentare i propri prodotti nei Paesi di interesse. L'auspicio è quello di riuscire a leggere bene i segnali di ripresa che si stanno manifestando, seppur lievi».
LE OPPORTUNITÀ «Tutto sommato il territorio si sta dimostrando forte, alla luce per esempio di una bilancia commerciale positiva, dato incredibile per una zona povera come il Nuorese - dice Cicalò -. Penso che le opportunità ci siano, dobbiamo solo essere bravi nello sfruttarle al meglio. Nel comparto turistico, in particolare, dobbiamo compensare le contrazioni puntando sull'internazionalizzazione. Non a caso di recente siamo stati a San Pietroburgo, Tel Aviv e a Berlino».
Francesca Gungui

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