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La politica

di don Pietro Puggioni

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“Il mondo nel suo agitarsi fra destra e sinistra ha dimenticato che esiste un alto e un basso”. (F. Werfel)
E‟ l‟immagine più efficace della politica di questi tempi che ha generato un crescendo di rifiu-to e di disaffezione da parte di strati sempre più larghi della po-polazione. “Destra” e “sinistra” da con-tenitori di visione culturale e di progetto sociale son diventati grigi paraventi di operazioni di bottega, di difesa di corporazioni, di sicuri investimenti di potere. Il pietoso spettacolo di questa politica e la drammatica sequenza di episodi di povertà e disperazione hanno innescato una ribellione che non sappiamo dove possa condurre. Uno scrittore francese di fine „800 scriveva: “ A guardar questi politi-ci non darei loro ad amministrare neppure il borsellino della mia do-mestica”. La grande miopia ha impedi-to per troppo tempo di guardare “in basso” gli anonimi delle perife-rie della povertà, i giovani defrau-dati della speranza, la forbice sempre più larga tra i pochi ricchi e i molti poveri. Si è guardato po-co “in alto” per tener viva quella visione che fa della politica “la più alta forma di carità”, promuoven-do il bene comune. Detto questo, bisogna affer-mare con onestà che non tutta la politica è marcia e che la corruzio-ne ha infettato anche settori pub-blici sui quali c‟è stato troppo co-modo silenzio. Va ricordato infine che dopo il quotidiano esercizio di spietata condanna della malapoli-tica ognuno deve far pulizia anche nel proprio orticello per estirpare la malapianta dell’ipocrisia.

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