E’ deceduto don Giuseppe Argiolas, oniferese. Avrebbe compiuto 83 anni fra qualche giorno essendo nato il 23 maggio del 1931. E’ mancato qualche ora fa all'ospedale di Nuoro, dopo 45 giorni di malattia dovuti a un ictus. Era tornato nella sua Oniferi dal 2012. E’ stato ordinato sacerdote il 15 luglio del 1956 da Monsignor Giuseppe Melas. Dopo l'ordinazione venne nominato viceparroco di Siniscola (fino al 1962) e, in seguto di Bitti (fino al 1964), per poi divenire parroco proprio nel paese di Ospitone che lo ricorda in particolare modo per aver avviato la costruzione dell’asilo parrocchiale, luogo centrale nella vita di tutti i ragazzi nati da quegli anni fino a poco tempo fa (l’anno scorso l’asilo è stato chiuso e la sua sede spostata nel caseggiato della scuola). Rimase 8 anni a Ollolai, fino al 1972. Da lì, don Giuseppe fu mandato a Oliena. Per ben 24 anni, ne fu parroco. E dal ’96 al 2012, a Dorgali, parroco di Santa Caterina d’Alessandria. Dal 2012, era tornato nel suo paese natale, Oniferi. Anche se avrebbe dovuto essere in pensione da qualche anno, il vescovo Pietro Meloni, lo volle ancora in attività. Il sindaco di Oniferi, Stefania Piras lo ricorda con emozione “Ho avuto l'onore di essere sua "alunna" nei mesi passati. Ogni appuntamento era una lezione di vita. Un uomo di una cultura unica. Una mente brillante. Un uomo determinato, intelligente, giusto. Un sincero pensiero per lui, affinché possa essere la nostra guida ed accompagnare la comunità di Oniferi anche da lassù”.
I funerali saranno domani, sabato 17 alle ore 15,30.
Ecco un estratto del libro Ollolai cuore della Sardegna di Don Salvatore Bussu dove si ricorda il periodo in cui la parrocchia fu guidata da Don Giuseppe.
Don Giuseppe Argiolas sostituì nel 1964 don Virgilio Sanna. Arrivò a Ollolai il 7 settembre. Per prima cosa il nuovo parroco cercò di avere una panoramica della situazione parrocchiale, mettendosi in attento ascolto mediante incontri, visite alle famiglie e dialogando con tutti. Lo stato socio religioso della popolazione era buono: gente che credeva nei valori fondamentali e che conosceva sacrifici e fatiche, ma anche soddisfacenti risultati. La famiglia era sana: coniugi molto uniti, rapporti d’intesa tra genitori e figli, solidarietà tra le famiglie, soprattutto nei momenti difficili. Alla fine degli anni ’60, Ollolai era un paese economicamente sano, uno dei pochi paesi che non conosceva protesti. La pastorizia transumante era il cespite più comune e redditizio. Più di trentamila capi ovini, qualche migliaio di suini costituivano la ricchezza della laboriosa popolazione, che guardava anche lontano aprendosi all’acquisto di terre in quel della Nurra, del Campidano di Oristano e poi anche in diverse regioni della penisola (Toscana, Lazio, Umbria e Marche). Questo quadro socio economico riscontrato da Don Argiolas in quegli anni, si accompagnava ad una situazione religiosa positiva. La frequenza delle donne e dei bambini alla Messa domenicale era buona, meno quella degli uomini, ma alle grandi feste anche questi frequentavano massicciamente partecipando con dignità alla liturgia e alla vita sacramentale. Le cure del Rettore Argiolas erano rivolte soprattutto alla catechesi: frequenti erano gli incontri rionali per le famiglie, gli incontri con i giovani, con i fidanzati e con i giovani sposi, ai quali impartiva lezioni di morale matrimoniale; molta attenzione veniva data agli ammalati. La parrocchia mancava di locali per i ragazzi e per i giovani e per essi costruì il salone parrocchiale; la casa canonica, che era in condizioni precarie, venne ristrutturata e ampliata; il tetto della chiesa parrocchiale, costruito una decina d’anni prima, crollò con grande scandalo della popolazione per la leggerezza e la disonestà di quella impresa che aveva curato i lavori. Si dovette procedere al suo rifacimento. Furono restaurate anche le chiesette di Sant’Antonio e di di San Basilio. Ma il merito maggiore del Rettore Argiolas negli otto anni della sua permanenza è stata la costruzione del caseggiato della scuola materna, nel terreno della parrocchia, vicino alla Chiesa. Lo consegnò alle suore completamente arredato alla fine del suo mandato. Don Giuseppe Argiolas lasciò Ollolai nel settembre del 1972. Gli succedette Don Michele Cosseddu di Galtellì che proveniva da Oniferi.