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OLZAI. Appunti per una storia: l’arginamento nel rio Bìsine (IX puntata)

La guerra, la caduta del fascismo e le prime elezioni a suffragio universale a Olzai

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OLZAI. Il 10 giugno 1940, il duce annuncia l’ingresso del Paese in guerra a fianco della Germania nazista. Nel 1942 iniziano i bombardamenti di Cagliari. Assieme a gruppi di sfollati del Campidano che si rifugiano in Barbagia, diverse famiglie olzaesi, residenti nel capoluogo, rientrano in paese. Ma, come in altre parti d’Italia, anche a Olzai scarseggiano i viveri e c’è molta fame e povertà: “Sa gana de su baranta!”… ricordano i più anziani.

In municipio non ci sono più risorse per le opere pubbliche e, a mala pena, il podestà riesce a garantire l’ordinaria amministrazione. Poi l’armistizio dell’8 settembre 1943, seguito dalla Guerra civile, la Resistenza e infine, il 25 aprile 1945, la definitiva liberazione dell’Italia dall’occupazione tedesca e dal regime fascista.

Ma la Sardegna è libera dalla fine di settembre 1943. Nel mese di febbraio 1944, l’ex sindaco Pietro Costantino Marcello venne richiamato in municipio in qualità di commissario prefettizio. Farà in tempo a firmare tre deliberazioni prima della sua improvvisa scomparsa. Dal 25 marzo al 20 giugno 1944 il Comune è gestito dal commissario prefettizio Silvio Puddu.

Dopo la nomina dell’Alto Commissariato per la Sardegna, l’8 luglio del 1944 l’amministrazione ordinaria del municipio di Olzai è affidata a un sindaco e a una giunta comunale fino al 1946, l’anno delle prime elezioni a suffragio universale, del referendum istituzionale e delle elezioni all’Assemblea Costituente. E a Olzai si accendono gli animi con i comizi elettorali.
Ma le opere pubbliche previste dagli anni Venti, riprenderanno solo dopo le elezioni del primo Consiglio regionale del 1949, grazie all’interessamento del medico olzaese Giuseppe Murgia, noto “Peppino” (1898-1968), primo assessore ai lavori pubblici della Regione Autonoma della Sardegna.

E finalmente, nel 1950, anche nel territorio comunale di Olzai sarà estirpata la malaria, grazie all’arrivo del micidiale D.D.T. erogato dalle squadre di operai dell’Ente regionale per la lotta anti anofelica in Sardegna.

COMUNE DI OLZAI: carta annonaria rilasciata dal servizio Razionamento consumi, primi anni Quaranta

1937-1944: la scomparsa dei Cardia, dell’ex sindaco Marcello e dell’onorevole Dore
Il 20 novembre 1937, all’età di 80 anni, muore l’ex sindaco e per lungo tempo consigliere comunale don Giuseppe Cardia, uno dei più convinti sostenitori della costruzione del primo arginamento nel rio Bìsine. Quattro anni dopo, con la morte della sorella Raimonda (1863-1941), il cognome dei nobili Cardia scompare dall’anagrafe dei residenti del Comune di Olzai.

Nel 1941 accade anche una disgrazia nell’arginamento, a distanza di quindici anni dalla sua costruzione. Il fabbro ferraio Giovanni Anastasio Loddo (1869-1941) era seduto sul parapetto di protezione dell’attuale via Arginamento, di fronte alla sua abitazione. Improvvisamente, perde l’equilibrio e cade rovinosamente all’interno del canale. In seguito all’incidente, l’uomo muore il 12 febbraio 1941. Sino ad oggi, non risultano altre vittime o altri incidenti di rilievo, né durante i lavori di costruzione, né durante le periodiche operazioni di manutenzione e pulizia del canale artificiale.

E arriviamo all’anno 1944, quando si chiude definitivamente un’epoca con la scomparsa di alcuni personaggi che avevano segnato la storia del paese del primo Novecento.
Il 29 febbraio a Nuoro muore improvvisamente il commissario prefettizio in carica Pietro Costantino Marcello: l’ex sindaco che, in prima linea, aveva gestito le emergenze dopo l’alluvione del 1921 e reclamato vivacemente con le autorità superiori fino ad ottenere ingenti finanziamenti per la realizzazione delle opere pubbliche. Uno dei principali protagonisti della storia del paese, mai ricordato da nessuna amministrazione comunale o da altra istituzione locale.

Il 22 aprile, un’altra grande perdita per Olzai e per l’intera Sardegna. Nel rione di “Drovennoro”, si spegne serenamente il dottor Francesco Dore, medico chirurgo e presidente della Società di medicina legale di Roma, giornalista-pubblicista e primo olzaese eletto al Parlamento nazionale, uscito dalla politica attiva ancor prima della Marcia su Roma per le sue posizioni notoriamente antifasciste.

Il 19 maggio, nella sua casa del rione “Cambone”, muore un altro antifascista olzaese: il nobile don Gavino Guiso-Melis (1870-1944) commerciante, consigliere comunale dal 1920 al 1926 insieme al sindaco Marcello.

Coerentemente con le sue idee, don Gavino aveva sempre rifiutato la tessera del P.N.F. e, per vent’anni ebbe il coraggio, non solo di disertare «i ranghi», le adunate del “Sabato Fascista” e le altre celebrazioni indette dal regime, ma di rispondere a muso duro all’Ispettore Federale di zona che «preferiva rimanere a casa per comodità personale, anziché immischiarsi con quella canaglia», come risulta da una minacciosa lettera di «Contestazione addebiti» del Fascio di Olzai, datata 2 maggio 1937 (archivio famiglia Murgia-Guiso, Olzai).

Il 9 luglio, muore Francesco Dore “Zicchette”, affettuoso patrigno dei fratelli Floris: il grande pittore e incisore Carmelo e il dottor Sebastiano (1893-1950), stimato medico chirurgo, responsabile del Dispensario antitubercolare di Nuoro.

Infine, il 9 agosto del 1944, l’intera popolazione di Olzai piange la scomparsa del venticinquenne don Pantaleo Fancello, il parroco dei “cento giorni” arrivato da Dorgali solo il 30 aprile.

OLZAI. A sinistra, don Gavino Guiso (1870-1944), consigliere comunale e antifascista. A destra, la piazza del municipio durante un raduno del “Sabato Fascista” (1936 circa).

Luglio 1944: i sardisti in municipio, con “Zicu” Mameli sindaco e vice Carmelo Floris
L’8 luglio 1944 si riunisce la prima Giunta comunale del dopoguerra nominata dalla Prefettura e sotto il controllo dell’Alto Commissariato per la Sardegna, con il sindaco Francesco Antonio Mameli, noto “Zicu” (1908-1998), presidente della locale sezione del Partito Sardo d’Azione e gli assessori Giovanni Maria Murgia (1908-2002) e Carmelo Floris, vice sindaco dal successivo 13 agosto e presidente dell’Ente comunale assistenza (E.C.A.) dal 25 settembre 1945.

Il 10 agosto 1944, il giorno dei funerali del compianto parroco Fancello, la Giunta decide di concedere un’area tombale gratuita agli eredi del sacerdote dorgalese e, contemporaneamente, alle famiglie dei defunti fratelli Francesco e Giovanni Maria Dore. Ecco le motivazioni riportate nella delibera n. 19/1944:

«Considerato che i Sigg. Dore Dott. Giovanni e Dore On. Dott. Francesco, nati e domiciliati in Olzai ed il Sac. Dottor Pantaleo Fancello nato in Dorgali e domiciliato in Olzai, si sono resi benemeriti, i primi due con la propria opera eminentemente civile, per aver chiesto, promosso ed appoggiato presso il Governo del tempo, l’istituzione di quelle opere pubbliche di carattere urgente e di vitale interesse per questa popolazione, quali la costruzione dell’acquedotto e quella dell’arginamento, con la quale si è messo al riparo, a causa delle gravi alluvioni, alla pubblica incolumità, ed il terzo per avere con spirito di sacrificio e con opera umanitaria disinteressata e fraterna, aiutato con ogni forma di assistenza materiale, morale e religiosa la classe meno abbiente di questa popolazione;

Ritenuto pertanto doveroso che verso costoro che son passati a miglior vita venga dato un segno tangibile della simpatia e della riconoscenza per parte del Comune e della maggior parte dei beneficiati di questa popolazione, Delibera di dare loro degna sepoltura e di accordare alle famiglie, a perenne memoria dei Sigg. Dore Dott. Giovanni, Dore On. Dott. Francesco e Sac. Don Pantaleo Fancello, l’area tombale gratuita del Cimitero Comunale di Olzai».

Il 7 marzo 1994, il feretro del parroco don Pantaleo Fancello, per volere dei familiari fu riesumato in forma privata e trasferito nel cimitero di Dorgali. Nella stessa tomba, dal settembre 1994 riposano le spoglie dell’indimenticabile suor Maria Ghiani (1909-1994), superiora dell’asilo infantile di Olzai dal 1972 fino alla sua morte.

A sinistra, Francesco Antonio Mameli, noto “Zicu” (1908-1998), primo sindaco di Olzai dopo la caduta del fascismo. A destra, Carmelo Floris (1891-1960), assessore e vice sindaco di Olzai negli anni 1944-46.


Febbraio 1945: “Non si parte”. La ribellione antimilitarista dei giovani della Barbagia
Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, la Sardegna rimane nel Regno d’Italia (del Sud), con il governo del generale Pietro Badoglio (1871-1956). Nell’Italia settentrionale, invece, scoppia la guerra civile, con le lotte partigiane per la liberazione dall’occupazione tedesca e dal fascismo arroccato nella Repubblica di Salò.

Alla fine del 1944, il nuovo governo presieduto da Ivanoe Bonomi (1873-1951), emana alcuni decreti per il richiamo alle armi dei giovani nati nei primi anni Venti, con l’intento di continuare la lotta nel nord Italia a fianco degli anglo-americani e contro gli ex alleati tedeschi.

Nelle regioni meridionali, soprattutto in Sicilia, scoppia la sommossa degli ex combattenti, nota come la rivolta “Non si parte”. La rivolta interessò anche la Sardegna e persino i paesi della Barbagia, dove la popolazione aveva già sperimentato un anno di libertà e di pace. Si tratta di una pagina di storia completamente dimenticata.

A seguito di un avviso apparso nel quotidiano L’Unione Sarda per il richiamo alle armi delle classi di leva dal 1914 al 1924, il 17 gennaio 1945 alcuni studenti cagliaritani si riunirono al Liceo Dettori per preparare un documento di protesta. Il giorno dopo, un grande corteo studentesco sfila per le vie del centro di Cagliari. Contemporaneamente, in piazza Yenne si svolge un’altra manifestazione con in prima fila alcuni esponenti del movimento giovanile sardista. Durante un improvvisato comizio, alcuni fascisti lanciarono delle bombe a mano fra i manifestanti e le forze dell’ordine. Ci furono numerosi feriti, e una granata colpì l’agente di polizia Ezio Di Mambro che dopo poche ore morì in ospedale.

CAGLIARI, 16 maggio 1942: Benito Mussolini durante una parata militare nell’aeroporto di Elmas (©: foto archivio famiglia Antonio Murgia).

Nei giorni successivi alla sanguinosa sommossa di piazza Yenne, la protesta antimilitarista arriva nelle montagne della Barbagia. A Olzai nasce il movimento “Non si parte”, grazie alla ribellione e la mobilitazione di alcuni giovani ex combattenti iscritti alla sezione locale del Partito Sardo d’Azione, fondata un anno prima.

Nel carteggio della sezione del P.S.d’Az. di Olzai, conservato per oltre sessant’anni dall’ex combattente Antonio Murgia (1921-2011), già impiegato comunale, si trova una lettera/volantino di protesta a nome dei giovani ex militari della Barbagia.

È una pagina dattiloscritta sbiadita, con composizione e caratteri pressoché identici ad altri documenti redatti tra il 1943 e 1948 dalla segreteria del P.S.d’Az di Olzai e, per stile e linguaggio, perfettamente compatibili con altre lettere prodotte in quella attivissima sezione politica.

Ecco il testo integrale del documento clandestino, quasi sicuramente inedito e sconosciuto ai più giovani:

«Al Comando Militare della Sardegna Cagliari
Oggi 11 febbraio 1945, alle ore 11 noi richiamati alle armi delle classe 1919-20-21-22-23-24 ed altri di varie classi maggiori anche se presentemente non richiamati, affluiti numerosissimi in sito prestabilito sulle nostre montagne, da tutti i paesi circonvicini della Barbagia di Ollolai, abbiamo definito la nostra posizione di fronte al richiamo.
1°) Visto e considerato che il sangue nostro e dei nostri padri versato in tutti i tempi, in tutte le guerre, in tutti i fronti niente à fruttato di bene alla nostra terra e che i tanto decantati eroi sardi non sono stati altro che carne da cannone;
2°) Visto che tutti i nostri sacrifizi sono stati fatti per impinguare e per difendere i nostri tiranni ed assassini: i principi di casa savoia;
3°) Considerato il decreto luogotenenziale di richiamo firmato e voluto ancora spudoratamente da un Savoia
ci dichiariamo sciolti da qualsiasi giuramento o impegno che ci vorrebbe legare ancora ad un re che per noi non conta e che desidereremo defascistizzato. Ci rifiutiamo di ubbidire con tutta la nostra volontà e se è necessario con tutti i mezzi al suo governo satellite falsa espressione democratica. Auspichiamo di combattere solo per un bene sicuro della nostra Sardegna.
Quindi risponderemo ad un richiamo quando vedremo in un modo inequivocabile che i nostri ulteriori sacrifici potranno prosperare e togliere dalla schiavitù secolare e dalla miseria la nostra terra, le nostre famiglie, i nostri figli.
Altrimenti preferiamo riprendere le antiche armi dei malfamati “latrones mastrucati” di Barbagia.
GIURIAMO COMPATTI SU QUESTE INVITTE MONTAGNE CHE FAREMO RISPETTARE TUTTI I NOSTRI SACRI DIRITTI DI UOMINI LIBERI, A COSTO DEL SUPREMO SACRIFICIO.
I GIOVANI DELLA BARBAGIA
».

Fu così che alcuni ex combattenti di Olzai ebbero il coraggio di disubbidire all’ordine impartito dal governo Bonomi.

A sinistra, il dottor Pietro Murgia (1913-1999), ufficiale medico dell’Esercito italiano, foto del 1940. A destra, Cagliari – Elmas, giugno 1941: due avieri olzaesi dell’Aeronautica militare: Pietro Loddo (1921-2012) e, a destra, Antonio Murgia (1921-2011). Foto: archivio famiglia Antonio Murgia.

31 marzo 1946 - Le prime elezioni comunali a suffragio universale
A seguito dell’approvazione della Legge elettorale luogotenenziale n. 1 del 7 gennaio 1946, nella primavera del 1946 si convocano i comizi per le elezioni dei primi consigli comunali a suffragio universale. A Olzai si vota il 31 marzo 1946, mentre altri comuni voteranno nel turno successivo.

A presiedere il primo seggio elettorale di Olzai dopo la dittatura fascista, è chiamato il dottor Pietro Murgia (1913-1999), ancora in forze all’esercito come ufficiale medico, ma già assistente nell’ospedale sanatoriale di Nuoro dove sarà primario pneumologo, prima di diventare direttore del sanatorio di Sassari. Pietro Murgia accettò il prestigioso incarico per adempiere a un dovere civile e assolse il delicato compito, com’era sua abitudine, con il massimo scrupolo.

Gli altri componenti del seggio erano: Agostino Meloni fu Francesco; gli insegnanti Pietro Meloni e Giovanni Battista Columbu (1920-2012, futuro consigliere comunale negli anni 1954-56, pubblicista, esponente storico del P.S.d’Az. e deputato al Parlamento nazionale per due legislature, dall’ottobre 1984 all’aprile 1992); Francesco Saccu di Giuseppe; Costantino Piras di Emanuele e l’esattore Francesco Paddeu, segretario.

Alla vigilia delle votazioni, i sardisti erano certi della vittoria. E invece la formazione cattolica vinse le elezioni con una maggioranza di dodici consiglieri, mentre i social-comunisti riuscirono ad eleggere due candidati. Carmelo Floris fu l’unico eletto nella lista dei “Quattro Mori”, ma solo per anzianità rispetto ai pari voti ottenuti dal candidato Giuseppe Soro fu Andrea, primo dei non eletti con 203 preferenze.

Dai verbali del seggio, risultavano votanti 751 elettori: 334 maschi e, per la prima volta, 417 femmine. La prima donna candidata ed eletta nel Consiglio comunale di Olzai, era Angela Mesina (1881-1958), sessantacinque anni, figlia del dottor Efisio Mesina.

Il Comune rilasciò un attestato alla “signorina Angela” «Per commemorare la sua elezione alla carica municipale all’alba d’una novella era di libertà e di lavoro» (il documento originale, che riproduciamo in queste pagine, era custodito nell’archivio dell’Istituto Mesina; mentre una copia dell’attestato, ha fatto parte della Mostra fotografica storica “La famiglia Cardia Mesina” curata dall’associazione Kérylos nel 2006).

COMUNE DI OLZAI. Pergamena rilasciata alla signora Angela Mesina (1881-1958),  prima donna candidata e eletta nel Consiglio comunale di Olzai nel 1946 (archivio: Istituto Mesina; riproduzione: associazione Kérylos, 2006).


Ecco i nomi e le preferenze riportate dai quindici consiglieri eletti, come riportato dai verbali del seggio, ma senza alcuna distinzione delle liste o partiti politici:
Battista Murgia, 344; Antonio Dore-Curreli e Giovanni Agostino Meloni, 340; Sebastiano Curreli e Giuseppe Satta, 333; Angela Mesina, 332; Bachisio Saccu, 331; Giovanni Nonnis, 329; Francesco Atzori, 328; Francesco Emanuele Piras, 327; Agostino Satta, 325; Sebastiano Mameli, 324; Pietro Mameli, 204; Carmelo Floris e Giuseppe Loddo 203.

Questi, invece, i nomi e voti riportati dai candidati non eletti: Giuseppe Soro fu Andrea, con 203 voti (entrerà a far parte del Consiglio comunale il 20 febbraio 1949, in sostituzione del consigliere Bachisio Saccu); Giuseppe Agus e Pietro Antonio Loddo, 202; Gabriele Cottu, 201; Salvatore Soro, 198; Giovanni Murgia, 194; Diego Madeddu, 193; Antonio Loddo, Francesco Antonio Mameli e Sebastiano Mattu 192; Giovanni Antonio Marcello e Mussoni Francesco Angelo, 184; Arturo Calaresu, 183; Cesare Mascia, 181; Francesco Antonio Piu, 180; Pietro Loddo, Francesco Moro, Pietro Murgiolu, Emanuele Soro, 179; Giuseppe Manca, 177; Pietro Carta, 175.

Per i sardisti fu uno shock. Sconfitti, umiliati e depressi attribuirono la causa della disfatta al suffragio esteso alle donne, fortemente condizionate dal clero. Secondo alcuni non si poteva trascurare, quantomeno per l’aspetto numerico, il caso unico tra i piccoli centri del nuorese e forse di tutta la Sardegna, del monastero delle Benedettine fondato proprio in quegli anni. Le monache, che a quei tempi erano circa una ventina, osservavano ovviamente la clausura stretta e non partecipavano alla vita del paese, neppure a quella della parrocchia. Ma varcavano le mura del chiostro solo in occasione del voto.

Nella prima seduta del Consiglio comunale del 7 aprile 1946, il cavalier Sebastiano Curreli viene eletto sindaco. La prima Giunta del dopoguerra, sarà composta da Giovanni Agostino Meloni e Sebastiano Mameli (assessori effettivi) e da Antonio Dore-Curreli e Pietro Mameli (assessori supplenti).

2/3 giugno 1946: nel referendum istituzionale, a Olzai vince la Repubblica
Due mesi dopo le elezioni comunali, gli olzaesi ritornano al seggio per votare il referendum sulla forma istituzionale dello Stato e i deputati per l’Assemblea Costituente. In Sardegna vince la Monarchia, a Olzai la Repubblica.

I componenti del seggio erano ancora il dottor Pietro Murgia, presidente; Pietro Mameli e Agostino Meloni, vice presidenti; scrutatori: Giuseppe Agus, Pietro Antonio Loddo, Agostino Puddu, Salvatore Maloccu, Giovanni Battista Columbu, Antonio Dore-Curreli e Francesco Paddeu.

Gli iscritti nelle liste elettorali erano 917 cittadini, di cui 424 maschi e 493 femmine. Totale voti validi 791 (a parte 17 schede nulle e 28 bianche).
Risultato del referendum: REPUBBLICA: 532 voti. MONARCHIA: 259 voti.

La scheda del Referendum istituzionale del 2 e 3 giugno 1946 (archivio: Camera dei Deputati).

2 giugno 1946: l’avvocato Francesco Murgia eletto nell’Assemblea Costituente
Le elezioni si svolsero in un clima particolare, data la partecipazione di diversi candidati locali. Da una parte, l’invincibile “Scudo Crociato-Libertas”, con in prima fila il giovane insegnante Antonio Dore-Curreli (1922-2008), fiduciario della sezione locale ma che poteva contare su personaggi di grosso calibro: i fratelli “Zicu” e “Peppino” Murgia, leader della D.C. in provincia di Nuoro, dove fondarono la sezione del partito insieme agli avvocati Salvatore Mannironi (1901-1971) e Antonio Monni (1895-1979).

Dall’altra parte il Partito Comunista, con un altro olzaese: Antonio Dore-Satta (1906-1997), antifascista perennemente perseguitato dal regime, primo segretario del Pci sardo, componente dal 1945 della Consulta regionale presieduta dall’Alto Commissariato e futuro sindaco di Olzai.

Ma a Olzai la vivace sezione sardista aveva raggiunto 150 tesserati ed era frequentata da alcuni giovani universitari, con un leader carismatico come Carmelo Floris che tutti i soci e simpatizzanti tenevano «in altissima considerazione, perché è quello che prima e dopo il suo esilio ha instillato nel nostro animo l’idea sardista, sia colle sue appassionate parole, sia coll’espressione della sua arte prettamente sarda [da un manoscritto, non firmato, dell’archivio della sezione del Partito Sardo d’Azione di Olzai, anni Quaranta]».

Questi i risultati principali delle votazioni di Olzai, con il seggio presieduto dal medico Pietro Murgia e con la partecipazione di n. 836 votanti:
Lista numero 8 – Scudo Crociato-Libertas: voti di lista 319. Candidati: Francesco Murgia 213 voti e Salvatore Mannironi 191 voti.
Lista n. 3 – Quattro Mori: voti di lista 284. Candidati: Pietro Mastino 99 voti; Gonario Pinna 97 voti; Antonio Gessa 59 voti; Giovanni Battista Melis 27 voti; Emilio Lussu 11 voti.
Lista n. 4 – Libro Sole, falce e martello: voti di lista 47. Candidati: Filippo Galfrè Satta n. 13 voti; Giuseppe Nunzio n. 13 voti.
Lista n. 2 – Bandiera, stella con falce e martello – PCI: voti di lista 109. Candidati: Antonio Dore 76 voti; Velio Spano 65 voti.

Dopo il referendum, mentre l’ex Re Umberto II di Savoia parte per l’esilio, il deputato olzaese Francesco Murgia arriva a Roma per prendere posto nei banchi dell’Assemblea Costituente e contribuire attivamente alla scrittura e approvazione della nuova Costituzione della Repubblica Italiana.
 

18-19 aprile 1948: l’avvocato Francesco Murgia rieletto alla Camera dei Deputati
Due mesi prima delle votazioni per l’elezione del nuovo Senato e Camera dei Deputati, a Olzai il clima è infuocato. In un documento firmato il 7 marzo 1948, i rappresentanti di lega delle varie correnti comunista, socialisti unitari, democrazia cristiana e sardisti, «a seguito di una dimostrazione di protesta da parte del popolo sospendono le elezioni, declinando ogni responsabilità per evitare disordini nella popolazione».

Ma le elezioni si svolgono regolarmente il 18 e 19 aprile 1948 e la Democrazia Cristiana – caso unico nella storia della Repubblica – si aggiudica la maggioranza relativa dei voti e quella assoluta dei seggi e, per la seconda volta, viene eletto l'avvocato Francesco Murgia. Sconfitti e delusi, ancora una volta, i sardisti e il Fronte Democratico Popolare a cui avevano aderito i comunisti e socialisti.

Per la prima volta gli olzaesi votano in due seggi presieduti dal dottor Giuseppe Ruiu (n. 1 – corso Vittorio Emanuele) dall’insegnante Pietro Meloni (n. 2 – via Taloro).
Questi i risultati delle elezioni del Senato della Repubblica:

Elettori iscritti: 817, di cui 376 uomini e 441 femmine. Voti validi: 768.

“Scudo Crociato-Libertas”: 338 voti, candidato: Antonio Monni. “Quattro Mori”: 232 voti, candidato: Luigi Oggiano. “Stella 5 punte-Testa Garibaldi”: 191 voti, candidato: Filippo Satta Galfrè. “Sole nascente”: 4 voti, candidato: Enrico Macciotta. “Bandiera con spighe, stella e torchio”: 3 voti, candidato: Gonario Are.

Questi, invece, i risultati delle elezioni della Camera dei Deputati con 888 validi e i ”voti di lista” e i candidati più votati:

Lista n. 1: “Libro Aperto”: voti 0.
Lista n. 2: “Stella cinque punte – Testa Garibaldi”: voti 150 (Gavino Pau 57, Renzo Laconi 51).
Lista n. 3: “Pensionati”: voti 1. Lista n. 4: “Sole nascente”: voti 1. Lista n. 5: “Aquila”: voti 1. Lista n. 6: “Fiaccola”: voti 1. Lista n. 7: “Edera”: voti 11. Lista n. 8: “Nuraghe con Corona”: voti 11. Lista n. 9: “Stella con Corona”: voti 3. Lista n. 10: “Bandiera con spighe – Stella e torchio”: voti 5.
Lista n. 11: Scudo Crociato-Libertas”: voti 393 (Francesco Murgia 280; Antonio Segni 23; Salvatore Mannironi 115).
Lista n. 12: Quattro Mori”: voti 260 (Gonario Pinna 135, Antonio Gessa 116, Giovanni Battista Melis 92 e Anselmo Contu 22).

A sinistra, un manifesto di propaganda della Democrazia Cristiana, 1948. A destra, il dottor Giuseppe Murgia (1898-1968), primo assessore regionale ai lavori pubblici, in un ritratto del pittore Carmelo Floris, olio su tela, 1926 (foto: da internet).

8 maggio 1949: il dottor Giuseppe Murgia eletto consigliere regionale
Nelle prime elezioni della storia dell’autonomia della Regione Sardegna, a Olzai prosegue la battaglia tra la Democrazia Cristiana con il dottor “Peppino” Murgia e dalla parte avversa il Partito Sardo d’Azione, con in prima fila Carmelo Floris.

Presidenti dei due seggi erano Melchiorre Paddeu (sezione n. 1) e Francesco Paddeu (sezione n. 2). Gli elettori iscritti erano 961. I votanti risultarono 869, i voti validi 851, le schede nulle 15 e 3 bianche.

Questo l’esito finale delle votazioni:

Scudo crociato con scritta “Libertas”: 326 voti. All’undicesimo posto della lista, con 255 preferenze, figurava il medico olzaese Giuseppe Murgia.
Quattro mori bendati: 216 voti, con 183 preferenze riportate dall’altro candidato locale, Carmelo Floris, sesto della lista.

Falce e martello: 121 voti. Sole nascente “Socialismo”: 9 voti. Forza Paris: 27 voti, con 12 preferenze riportate dalla capolista Maria Grazia Giacobbe Secchi. Fiamma tricolore: un voto. Partito Socialista Italiano: 112 voti. Torchio con scritta “U. Q.”: 3 voti. Stella e Corona “Deus et su Re”: 33 voti e, infine, il Partito Liberale Italiano con 3 voti.

Le elezioni regionali saranno vinte dalla Democrazia Cristiana con il 34% dei voti e, della prima giunta guidata dall’avvocato Luigi Crespellani (1897-1967), dal 25 giugno 1949 al 13 giugno 1953, farà parte l’olzaese Giuseppe Murgia in qualità di primo assessore ai lavori pubblici della storia Regione Autonoma Sardegna.

La carica di assessore ai lavori pubblici, sarà mantenuta dal dottor Murgia anche nella seconda legislatura dal 25 luglio 1953 al 27 febbraio 1955. Infine, dal 22 dicembre 1958 al 17 giugno 1961, il medico olzaese diventerà anche il primo assessore del nuovo assessorato agli enti locali istituito con Legge Regionale n. 20 del 3 dicembre 1958.
 

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