La scuola, i tagli, un servizio essenziale che viene a mancare in un territorio ad alto rischio demografico. Con le proteste a cui ormai siamo abituati da parte dei nostri studenti e delle comunità per salvaguardare il diritto allo studio, mentre dalla sede centrale (Stato e Regione) si discute senza tenere conto delle reali esigenze dei protagonisti.
Venerdì prossimo alle 17,30 in Viale Costituzione a Nuoro nell’aula magna dell’Istituto tecnico Francesco Ciusa, si terrà un’assemblea sul piano di dimensionamento delle istituzioni scolastiche in discussione presso la commissione Lavoro, cultura e formazione professionale del Consiglio Regionale della Sardegna.
Ad aprire l’assemblea il dirigente scolastico professor Francesco Cucca, mentre a presentare il piano di dimensionamento scolastico sarà Piero Marteddu (La Base). Le conclusioni saranno affidate a Efisio Arbau, consigliere regionale di La Base che il 30 luglio 2014 ha presentato un’interpellanza consiliare proprio sul tema in questione.
Al presidente della Giunta Francesco Pigliaru e all’assessore all’Istruzione Claudia Firino aveva chiesto la convocazione di “conferenze programmatiche sulla scuola nei territori governati da Unioni di comuni e Comunità montane, quale azione propedeutica alla definizione delle linee guida relative al dimensionamento della rete scolastica regionale 2015/2016.
Appello che è rimasto inascoltato.
La Regione è responsabile dell’emanazione delle linee guida sul dimensionamento della rete scolastica, della convocazione del tavolo regionale di confronto inter istituzionale e della definizione del procedimento a seguito del raccordo e coordinamento con i piani provinciali.
“Troppo spesso però – ricordava allora il consigliere regionale – questo ruolo, a prescindere dalla casacche politiche, è stato esercitato in modo formale, all’ultimo momento e senza una preventiva consultazione dei territori che, anche se non prevista dalla procedura e dalla tempistica imposta dalla legge, è necessaria e sostanziale per un vero piano di dimensionamento”.
Questo, a parere di La Base Sardegna, è un errore che si sta ripetendo tutt’ora, escludendo di fatto i diretti interessati da decisioni che riguardano il destino dei territori e delle nuove generazioni.