Il reddito dei sardi è cresciuto (+2,5%), anche più della media nazionale (+0,4%), spingendo la Sardegna in cima alla vetta, subito dopo Bolzano (+4,6%) e Veneto (+3,3%), le regioni cresciute di più. Tuttavia, nonostante la buona performance nel quadriennio 2008-2011, non c'è molto da festeggiare visto che il reddito disponibile delle famiglie isolane continua a essere tra i più bassi d'Italia: in Sardegna ogni cittadino dispone mediamente di 14.938 euro, l'83% di quanto vanta un connazionale (17.979 euro) oltre Tirreno. Ancor più ampio è il divario con i più ricchi del Paese, i bolzanini, primi in classifica con i loro 22.847 euro a testa. Unica consolazione: rispetto alle altre regioni meridionali la Sardegna, guardando al reddito degli abitanti nel 2011, gode di una salute discreta, meglio della Basilicata (14.276 euro per abitante), della Puglia (13.687 euro), della Calabria (13.232 euro), della Sicilia (12.970 euro) e della Campania (12.522 euro), ultima della graduatoria con l'84% del reddito disponibile nell'Isola. Ma ad aver risentito di più della crisi economica è una regione del nord, la Liguria: fra il 2008 e il 2011 le famiglie liguri hanno sofferto più di tutti, subendo un taglio del reddito del 2,9% pur conservando ben 20.304 euro ciascuna.
LO SCENARIO I dati sui redditi forniti dall'Istat fotografano un'Italia a due velocità , con il Nord (sia ovest che est) che cresce e può vantare una ricchezza di 20.800 euro pro-capite (grazie soprattutto a Emilia Romagna e Veneto) e il Sud che si ferma a 13.400, ossia il 25,5% in meno della media nazionale e contro i 19.300 euro del Centro. Nel Mezzogiorno la crescita (+1,5%) non riesce ad agganciare il valore medio nazionale (+1,6%).
CENTRO STUDI «Tra le regioni meridionali la Sardegna è tra quelle messe meglio, posto che la gran parte delle regioni del Sud ha una capacità di spesa o di risparmio inferiore alla nostra», commenta così i dati Istat Franco Manca, direttore del Centro studi L'Unione Sarda. «Posto 100 il reddito dei sardi, quello degli italiani è superiore del 20% mentre i più benestanti hanno un reddito che è una volta e mezzo quello sardo. Nonostante il divario la situazione dei sardi sta migliorando: 10 anni fa per ogni 100 euro dei sardi gli italiani ne avevano 127. In 10 anni abbiamo recuperato 7 punti percentuali, nel 2008, prima dell'ultima crisi, gli italiani potevano spendere il 124% del nostro reddito, oggi il 120%». I redditi da lavoro dipendente sono quelli che più pesano nella formazione del reddito primario: crescono molto nel Nord-Est (ad eccezione del Friuli, +0,9%, sotto la media italiana, +1,7%), pochissimo, come c'era da aspettarsi, al Sud (Sardegna +1,1%).
Carla Raggio
