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L'unione sarda. Suicida nell'azienda in rovina

Carlo Cossu, imprenditore di 54 anni, ha lasciato una lettera ai familiari «Scusatemi» ha implorato prima di togliersi la vita nel cuore della notte

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dal nostro inviato
Mariella Careddu
MACOMER S'è ammazzato tra i ferri arrugginiti della sua azienda in rovina. Se n'è andato con una corda al collo e un calcio alle pedane di legno che sarebbero dovute servire per il suo lavoro. Carlo Cossu era un imprenditore di 54 anni. In quella segheria inaugurata dal padre Angelo in via Del Lavoro nella zona industriale di Macomer aveva iniziato a darsi da fare fin da ragazzino. Un'attività fiorente messa in ginocchio da una crisi impietosa. Da troppo tempo rincorreva la vita nel tentativo di non farsi strozzare dai debiti. Non ce l'ha fatta, proprio come Romeo Dionisi, la moglie Anna Maria Sopranzi, e il fratello di lei Giuseppe, morti suicidi venerdì a Civitanova Marche, provincia di Macerata.
Carlo Cossu non è che l'ultima vittima. Una vita passata in quello stabilimento dal quale uno dopo l'altro aveva dovuto mandare via decine di dipendenti. I soldi non bastavano per pagare gli stipendi, bisognava tagliare. Ma non è bastato. I debiti sono lievitati in fretta e le cartelle dei conti da pagare inviate da Equitalia si sono ammucchiate su quella scrivania dove ieri ha lasciato un biglietto scritto in fretta per i familiari, «scusatemi» ha implorato prima dell'atto finale. A leggerlo sono stati i fratelli e le sorelle accorsi poco dopo le otto del mattino davanti a quel casermone color muschio chiaro. Impietriti sotto il sole tiepido di una giornata d'aprile, si sono mescolati a poliziotti e soccorritori arrivati sul posto quando ormai era troppo tardi.
ULTIME ORE Era un'ossessione. Le commesse che non arrivavano e i conti in rosso. Carlo Cossu, un matrimonio finito e due figlie che vivevano con la madre, da tempo si era trasferito in casa di Valeria Bua, la nuova compagna. Da quell'appartamento al civico 27 di via Sant'Antonio, alle quattro di ieri mattina è andato via in punta di piedi. Non riusciva a dormire e alla donna che gli stava accanto ha detto di voler fare due passi. Si alzava sempre presto di mattina per fare una passeggiata prima di raggiungere il posto di lavoro. Ieri, però, per camminare non c'era tempo. In testa aveva un solo pensiero. Mentre fuori era ancora buio, ha preso la Fiat Punto grigia che stava parcheggiata nello sterrato davanti alla palazzina color crema ed è andato dritto alla segheria in località Bonu Trau . Ha lasciato la lettera sulla scrivania dell'ufficio, poche parole per chiedere perdono, per avere quell'assoluzione che da solo non si era riuscito a dare. Poi ha raggiunto il retro dell'edificio. Sotto la tettoia in eternit ha impilato quattro pedane di legno, si è arrampicato in fretta e ha agganciato una corda robusta ai pali di ferro arrugginito. Il nipote Luca, un ragazzo poco più che ventenne che ogni giorno gli dava una mano al lavoro, lo ha trovato così. In un istante ha chiesto aiuto. Ha chiamato tutti: la polizia, il 118, i parenti. Un attimo dopo, le sirene dei soccorritori hanno riempito il silenzio, coperto i singhiozzi e le lacrime. Carlo Cossu era già morto. Mentre gli agenti del commissariato di Macomer recuperavano la lettera d'addio, il cortile dello stabilimento si affollava di amici e familiari. Davanti a quella facciata sbucciata dal tempo dove sbucano tre finestrelle con le tapparelle abbassate e piene di polvere, a pochi metri dalla Punto grigia parcheggiata come ogni giorno accanto a un escavatore giallo, c'erano decine di persone.
RITORNO A CASA All'ora di pranzo è tornato dove era cresciuto, in una casetta alla fine di via Parini nel centro storico di Macomer. Lì aveva vissuto insieme al padre Angelo, la mamma Amina e i fratelli Massimo, Antonello, Alessandra, Patrizia e Marina. Il portoncino di legno è rimasto aperto per ricevere l'abbraccio di tutti. Lo sguardo a terra, le labbra serrate in un lutto che non trova conforto. A proteggere quel dolore dalla curiosità dei passanti è la cugina di Carlo, Barbara, che con cortesia tiene alla larga gli estranei. I funerali verranno celebrati oggi alle tre e mezza del pomeriggio nella parrocchia di San Pantaleo.

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