Sono numerose le criticità inerenti l'entrata in funzione dell'albo dei fornitori, dai quali a breve gli agriturismo sardi dovranno obbligatoriamente approvvigionarsi dei cibi e delle bevande non prodotti in azienda. Lo hanno denunciato Agriturist (Confagricoltura), Turismo Verde (Confederazione italiana agricoltura) e i Consorzi degli agriturismo di Alghero, Ogliastra e Gallura nel corso di una conferenza stampa convocata ieri a Cagliari.
LE NORMA L'elenco, gestito da Laore e operativo dal prossimo 16 aprile, è stato istituito con la legge regionale 1 del gennaio 2010 nata per disciplinare l'esercizio degli agriturismo e del turismo rurale. L'obiettivo è tutelare e garantire la somministrazione di alimenti sardi nelle aziende nostrane. Ma le difficoltà di applicazione del provvedimento unite al peso della crisi economica potrebbero portare alla chiusura del 50% dei 700 agriturismo isolani. I principi della legge sono condivisi da operatori del settore e associazioni di categoria, precisano Daniela Cubadda, presidente di Agriturist e Mammola Fanni di Turismo verde, ma l'insufficienza della filiera delle produzioni locali e una scarsa adesione all'albo da parte dei fornitori non garantirebbero l'approvvigionamento capillare dei prodotti. I titolari di agriturismo dovranno acquistare alimenti e bevande esclusivamente dal produttore iscritto all'elenco e non per il tramite della distribuzione: un problema per le piccole strutture che dovranno sostenere i costi degli spostamenti in località a volte molto distanti anche per piccole quantità di prodotto. Per le carni macellate i titolari di agriturismo dovrebbero inoltre dotarsi di mezzi refrigerati con ulteriori costi.
LA PROTESTA Maurizio Carta, segretario Agriturist, evidenzia anche il rischio che nascano cartelli tra fornitori. Per Gianfranca Pirisi (Consorzio agriturismo Alghero) manca un sistema adeguato di controlli. «Meglio istituire in parallelo un albo dei prodotti sardi la cui certificazione sia riscontrabile nelle fatture di acquisto», afferma Cubadda. Tra gli altri rischi denunciati quello di violazione del libero mercato: la normativa prevede che non si possano iscrivere all'elenco i commercianti mentre le industrie potranno farlo solo per prodotti Dop e Igp. Cia, Confagricolutura e i Consorzi chiedono la possibilità di creare locali polifunzionali per la trasformazione dei prodotti aziendali, deroghe per le piccole trasformazioni aziendali e regole uniformi per le autorizzazioni Asl.
L'assessore dell'Agricoltura Oscar Cherchi ha confermato la disponibilità sua e della Giunta ad affrontare la questione: «Incontrerò le parti interessate il 18 aprile. In quell'occasione concorderemo eventuali correttivi dove consentiti».
Carla Etzo
