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L'unione sarda. Marina Berlusconi e i sequestri secondo Graziano

Le intercettazioni

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Per Graziano Mesina la primogenita di Silvio Berlusconi è semplicemente Marina. Così la chiama mentre col suo amico Giovanni Filindeu, il 19 marzo 2012, passa in auto a Li Cuncheddi, vicino a Olbia: «È tutto proprietà di Marina. Paolo Murgia diceva che quel terreno era suo, i bresciani lo stesso. Ma lei lo ha fatto recintare. Io ho slegato i cani e li ho picchiati con un bastone. Quando sono tornato e li ho slegati sono subito scappati».
Su quei terreni pascolavano le capre: «Ho minacciato il capraro, se le riporti lì sparo anche a te ». Poi Graziano riferisce che Paolo ha dato un ovile a un altro pastore, sempre nella proprietà di Marina, e quello si è convinto di essere diventato il proprietario. «Allora sono andato lì, gli ho detto di sgombrare e il vecchietto non ci è più tornato né di giorno né di notte».
Mesina conosceva tante persone fuori dall'ambiente criminale, pure Niki Grauso: gli aveva chiesto un un lavoro per Angelo Biasoli in modo che potesse uscire dal carcere in semilibertà. Il 3 ottobre 2012 Graziano è con Aldo Catgiu quando incontra l'editore cagliaritano: «L'hai visto sui giornali quando è stato indagato da Mura per il sequestro di Silvia Melis». Mesina aggiunge che il giudice Lombardini si era tenuto un miliardo di lire che il padre di Silvia Melis aveva consegnato all'avvocato Piras, «il giudice Lombardini era complice dei banditi». Poi parlano di Soru che «si è arricchito grazie a Grauso che lo ha fatto partire con Tiscali».
Ancora sequestri: il 4 ottobre 2010 Eusebio racconta a Franco Corraine dell'arresto di Annino Mele e di Marcello Mele «che aveva sparato contro la macchina di Franco Mercurio», e pure dei sequestri Decandia e Berardi e di tale Gianni che «si è preso» la somma di un miliardo di vecchie lire.
Il 20 gennaio 2011 Franco Piras dice, invece, a Franco Muscau che Titti Pinna «è stato liberato»: lo ha visto un paio di mesi dopo e «non riusciva neppure ad andare in bagno da solo», per cui non aveva le forze per scappare. Non solo: era scortato dai carabinieri e qualcuno gli ha detto che Titti aveva promesso a chi lo liberava che avrebbe pagato dopo. «E quello si presenterà da lui per riscuotere».
M. F. Ch.

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